venerdì, Aprile 19, 2024

REGIONE, NON ABBASSARE LA GUARDIA CONTRO FEMMINICIDIO

Il fatto che il presidente del consiglio Renzi non abbia ancora affidato la delega per le pari opportunità, il pessimo dialogo con le associazioni e i centri antiviolenza che ha contraddistinto il dibattito sulle risorse durante la scorsa estate, sono un segnale preoccupante di una sottovalutazione del fenomeno da parte dell’attuale esecutivo. A un’ennesima estate di sangue – 20 donne uccise negli ultimi mesi di cui 5 nel Lazio – non è seguita una risposta immediata, in termini di impegno politico e mobilitazione delle coscienze. Una volta di più pensiamo che dalla Regione Lazio possa e debba partire un segnale per tutta Italia. L’ottima legge ispirata dalla Convenzione di Istanbul e approvata dal Consiglio regionale nello scorso marzo deve fare da modello a tutto il territorio nazionale. A partire dalla sua traduzione concreta, che vedrà la luce in queste settimane – con l’istituzione dell’osservatorio contro la violenza, l’avvio della cabina di regia, la definizione delle linee guida sui servizi anti-violenza – quella norma deve diventare un’apripista per dare risposte strutturali, complessive e trasversali alle donne e anche agli uomini della nostra Regione.
Nessuna conquista è scontata, nessun diritto è per sempre. Pensare che il fenomeno del femmincidio sia stato debellato soltanto perché siamo riusciti a dargli finalmente un nome sarebbe un errore gravissimo che non possiamo permetterci.”

Redazione
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