sabato, Aprile 20, 2024

SEZZE, SGOMINATA A SEZZE UNA BANDA DI USURAI

Le indagini sono state avviate nell’ottobre 2015 a seguito alla denuncia sporta da un operaio di Sezze, esasperato delle pressanti e violente richieste di rientrare nei pagamenti da parte di colui che all’inizio si era presentato come un miracoloso benefattore ma che, alla fine, si è dimostrato un pericoloso aguzzino.
Il tutto ebbe inizio quando l’operaio avvertì l’esigenza di acquistare una cameretta per i figli che stavano crescendo ma, non potendo far fronte alla spesa (€ 2.400), su suggerimento di un parente, si era rivolto a un noto “benefattore del posto”, tale P.M. pluripregiudicato.
Per il prestito, però, era stato pattuito un piano di rientro diabolico (20% di interessi mensili sulla quota capitale), che ha visto il debito del povero operaio crescere a dismisura e senza apparente fine per 42 mesi, in cui, complessivamente, P.M. aveva già intascato la cifra di 26000€, acquisito un furgone e tentato di entrare in possesso della busta paga della sua vittima.
I Carabinieri del NORM avviavano quindi immediati accertamenti per verificare la veridicità di quanto segnalato dal denunciate.
Una meticolosa attività di riscontro presso vari istituti di credito confermava la necessità di procedere allo svolgimento di più penetranti indagini tecniche attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e pedinamenti. Già a fine ottobre gli inquirenti riuscivano a cristallizzare le responsabilità del P.M. sul cui conto, inoltre, emergevano una serie di relazioni sospette che evidenziavano sia l’esistenza di “fiancheggiatori” con il quale il benefattore aveva costituito un’organizzazione stabile e dedita alla commissione di vari reati.In particolare la rete di debitori era tenuta sotto scacco da:
– P.M., elargitore, con il compito di contattare le vittime, stabilire direttamente i tassi di interesse da applicare di volta in volta, consegnare il denaro anche a mezzo di assegni bancari emessi da altri soggetti nonché di intervenire attraverso la minaccia di ritorsioni in caso di mancato o ritardato pagamento da parte delle vittime;

– I.S, riscossore, con il compito di contattare i soggetti destinatari dei prestiti per sollecitare il pagamento degli interessi nonché sovente sostituirsi al marito nel ricevere la consegna del denaro;

– L.G. sollecitatore, con il compito di porre in essere attività estorsive sia a mezzo del telefono sia intervenendo personalmente presso l’abitazione delle persone offese che venivano subdolamente intimorite.
Minacce molto gravi sono state quelle ascoltate in tempo reale dai Carabinieri e che l’organizzazione utilizzava per intimorire il povero operaio ogni qualvolta si trovava in difficoltà e chiedeva la dilazione del pagamento di una rata.
Le indagini, che hanno avuto inizio nel mese di settembre 2015 e si sono concluse nel successivo mese di dicembre.

Redazione
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