giovedì, Aprile 25, 2024

REGIONE, HAUSMANN: “OLIO PRODOTTO DI ECCELLENZA DA VALORIZZARE”

Qual è quindi l’etichetta giusta? Da un lato c’è l’Europa che ci dice che bisogna tener conto delle caratteristiche territoriali considerandone l’omogeneità. Ma dall’altro ormai abbiamo la consapevolezza di dover ragionare a strati, con livelli sempre più alti di qualità particolare, avere leve di comunicazione del prodotto che puntino su elementi territoriali e su indicazioni geograficamente ben definite, dando ai produttori la possibilità di scegliere, alla luce della propria politica di marketing, anno dopo anno, qual è il prodotto che vuole immettere sul mercato.
È necessario quindi puntare alla valorizzazione del prodotto olio, non come insieme indifferenziato ma come contenitore di tipicità e di qualità. Qualità che per l’olio, unicum nel suo genere, è la sintesi di cinque parole chiave: originalità di tipo genetico, legame con il territorio, ingegno umano, gusto e aspetto nutrizionale. Cinque fattori che, se impostati bene nel racconto comunicativo dell’olio, possono fare la differenza, avendo impatto sugli stili di acquisto dei consumatori”. Lo ha detto, in una nota, l’assessore regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Lazio, Carlo Hausmann intervenendo a Roma, presso il Tempio di Adriano, alla giornata di presentazione del Primo Rapporto di Extract, osservatorio di Unaprol e Ixè per l’olio extra vergine di oliva di qualità, realizzato in collaborazione con Regione Lazio e Arsial.

“Ovviamente – ha continuato l’assessore – la grande distribuzione gioca un ruolo importante, perché, al netto delle nostre osservazioni, valgono i prodotti che troviamo sugli scaffali e come vengono vestiti. Notiamo tutti un grande appiattimento nei supermercati perché la GDO tende a nascondere le diversità, preferendo la grandezza degli stock e la loro omogeneità. Il nostro primo impegno deve perciò essere quello di convincere la distribuzione a lavorare con noi perché i cinque fattori che rendono l’olio un prodotto unico nel suo genere, diventino protagonisti anche sugli scaffali.
In parallelo va poi il discorso dell’educazione alimentare, un percorso lungo, che ha bisogno del suo tempo, ma imprescindibile nel lavoro di accompagnamento dei consumatori”.
“Come Regione Lazio – ha aggiunto Carlo Hausmann – siamo nella fase di partenza del PSR, programma che si può accompagnare molto bene al piano olivicolo nazionale, in particolare penso alla ’Misura 3’ sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari. Dobbiamo poi lavorare meglio sui marchi, usare bene quelli che ci sono, crearne di nuovi laddove necessario. Cercare di ottenere il massimo nell’incrocio delle particolarità dei nostri prodotti con il livello di reputazione delle nostre indicazioni geografiche. Infine – ha concluso Hausmann – dovremo scommettere su tre diversi livelli di investimento: per la riconoscibilità del prodotto; per il trasferimento delle conoscenze e per la ricerca, che dà credibilità oggettiva e scientifica alle nostre considerazioni”.

Redazione
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