giovedì, Aprile 25, 2024

ARDEA, CONSULTORIO, LE DONNE: “IL SINDACO CI INFORMI”

Il vecchio consultorio fu così chiuso e per diverso tempo le donne rutule si sono dovute recare nelle strutture di Pomezia per ricevere assistenza adeguata. Nel frattempo a Tor San Lorenzo è stata individuata oramai più di un anno fa, una struttura da trasformare nel nuovo consultorio, che però per diversi motivi burocratici e tecnici ancora non è stata aperta. “Chiediamo al sindaco Luca Di Fiori, afferma Barbara Tamanti in rappresentanza delle Donne di Ardea, di rispondere in quanto responsabile della salute pubblica, su quali passi stia facendo per l’aumento di ore e personale, a che punto siano le trattative con la Asl, e con quali figure si intende riaprire il nostro agognato consultorio territoriale familiare. A quanto risulta nessuna di queste cose risulta ancora ufficialmente concessa, il primo cittadino, si schieri al fianco della nostra lotta, senza indugi”. La Tamanti ha poi ricordato che “dopo anni e presidi e riunioni e incontri, e interrogazioni in consiglio, hanno sollecitato la regione, competente in fatto di sanità per ben due volte. Ad oggi i proclami dicono che siamo in dirittura di arrivo, le donne di Ardea chiedono chiarimenti sull’organico che andrà a coprire la nuova struttura, essendo in situazione di organico ridotto, visto che già dalla prima apertura il presidio funzionava solo mezza giornata, con evidenti carenze. Ardea vanta una popolazione degna di averne due di consultori, in base alla richiesta e alla frequentazione. Ci chiediamo se nella pianificazione siano state previste aumenti delle ore come ci era stato garantito, in una degli incontri con la Asl. Aprire un consultorio con sole 5 ore di ginecologia, conclude la Tamanti, per tre volte a settimana e senza il resto delle figure di cui dovrebbe essere fornito un vero e serio consultorio equivale a una presa in giro. Il consultorio ha lo scopo, oltre che di prevenzione e cura, quello di educare, sostenere e accogliere giovani coppie, giovani donne a una consapevole sessualità, in alcuni comuni le operatrici con medici psicologi, organizzano incontri, o vanno addirittura nelle scuole, risulta evidente che se si pensa di mantenere le sole 15 ore, non sarà mai in grado di eseguire il lavoro che caratterizza la sua natura.”

Redazione
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