venerdì, Marzo 29, 2024

TARQUINIA, MAZZOLA: ’’I CONSORZI DI BONIFICA DOVEVANO ESSERE ASSORBITI DALLE PROVINCE’’

Il sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola quindi torna a spiegare il senso delle sue parole, partendo per l’ennesima volta all’attacco contro Serafini. «Ancora una volta – dice Mazzola – il consigliere comunale Pietro Serafini carica a testa bassa e finisce per sbattere la testa contro il muro. Cerca qualsiasi pretesto per attaccare, rendendosi ridicolo. La legge di riordino che riduce il numero dei consorzi di bonifica è un fatto positivo. Di fronte alla difficile e perdurante congiuntura economica e alla persistente condizione di crisi finanziaria, che ha messo a dura prova la tenuta di questi enti, non era più pensabile andare avanti così». «Più volte – aggiunge il primo cittadino nonché presidente della Provincia di Viterbo – negli ultimi anni sono intervenuto a sostegno del Consorzio di Bonifica della Maremma Etrusca, per far sbloccare i fondi utili per gli stipendi dei dipendenti e per garantire il regolare svolgimento dei servizi. Lo sanno bene i presidenti, il direttore e i dipendenti, con i quali ho avuto contatti costanti e cui ho spiegato il mio pensiero sui consorzi di bonifica. Tutto questo Serafini non lo sa, perché troppo impegnato a ’’giocare’’ a fare il politico». «Tutti conoscono – aggiunge Mazzola – inoltre il mio profondo rispetto per il Consorzio di Bonifica della Maremma Etrusca, che ha svolto un ruolo fondamentale per lo sviluppo economico del nostro territorio. Non è Serafini o chi per lui che mi può insegnare l’importanza di questo ente. Tuttavia era indispensabile ridurre, in tutti i consorzi, i centri di spesa e contrastare i grumi d’interesse politico ed elettorale che si erano formati inevitabilmente nel corso del tempo, mantenendo comunque una efficiente rete di servizi e prestazioni in favore dei consorziati e delle popolazioni del Lazio. Questo è stato fatto». «Ho sempre sostenuto che la riforma è un fatto positivo – scandisce Mazzola – È anche vero, però, che si poteva fare ancora di più. Questa è la mia proposta. Dopo la bocciatura della riforma costituzionale, con il referendum del 4 dicembre, e la mancata abolizione delle Province, i Consorzi, con il personale, i mezzi e le strutture, dovevano essere assorbiti dalle Province. Da una parte i lavoratori sarebbero stati tutelati al meglio, senza più avere la preoccupazione di sapere se alla fine del mese avrebbero ricevuto lo stipendio; dall’altra le Province avrebbero avuto mezzi e personale per garantire una migliore manutenzione della rete stradale e la difesa e la sistemazione idraulica del territorio. E anche per le Università Agrarie andrebbe fatto un percorso analogo: ovvero essere assorbite dai Comuni». «Questo è troppo per Serafini – conclude Mazzola – che non riesce mai ad andare oltre la superficie delle cose, interessato più al proprio tornaconto politico che all’interesse collettivo».

Redazione
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