venerdì, Aprile 26, 2024

CODICI: “ACQUA AD ACEA SECONDO LA CONVENZIONE SOTTOSCRITTA DAL COMUNE E MAI RINNEGATA”

“Il Comune di Civitavecchia ha aderito nel 2002 ad una convenzione che prevede l’affidamento della
gestione idrica ad Acea e nessuna Giunta, inclusa quella a 5 Stelle, ha mai chiesto di uscire dall’Ato e quindi dalla convenzione”.
Lo “ricorda” l’associazione di tutela dei consumatori Codici, all’indomani della bocciatura, da parte del Consiglio di Stato, del ricorso presentato da Palazzo del Pincio.
Secondo Codici, in sostanza, mentre da un lato il Comune ha sottoscritto un accordo, dall’altro pretende di non rispettarlo, senza però fare nulla per annullarlo, con il risultato che l’acqua passa ad Acea come il Comune ha chiesto nel 2002 e mai rinnegato con alcun atto successivo.
Codici sottolinea che in questi anni il Comune non ha mai conferito le reti idriche ad Acea, imponendo ai cittadini spese non dovute per la quasi inesistente manutenzione ed ulteriori spese per continue azioni legali che, senza il necessario passaggio dell’uscita dall’Ato e dell’annullamento della convenzione, ovviamente non potevano trovare accoglimento.
“Questo – aggiunge l’associazione criticando Palazzo del Pincio – è quello che succede quando la competenza necessaria si acquisisce su Facebook e non si studiano gli atti”. Codici si chiede quindi se il Comune continuerà a far spendere soldi ai cittadini in inutili azioni legali, oppure se deciderà di assumersi la responsabilità di stralciare la convenzione, pagando ovviamente i danni connessi.
L’associazione spiega poi cosa cambierà per i civitavecchiesi qualora l’attuale giunta decidesse di rinunciare a intraprendere ulteriori azioni inutili, nel tentativo di far ricadere su altri le responsabilità che sono proprie della politica locale, e che l’acqua transiti sotto la gestione Acea.
“Prima di tutto – precisa Codici – si applicherà anche a Civitavecchia la carta dei servizi di Acea Ato2 che prevede, ad esempio, in caso di mancanza di acqua, un primo intervento entro un tempo massimo di 8 ore, e, nel caso di guasto a tubazione interrata, un intervento in massimo 72 ore”. “Ad oggi – prosegue l’associazione – a Civitavecchia queste tempistiche sono pura utopia”.
La carta dei servizi prevede anche che se Acea non rispetta questa tempistica è anzitutto tenuta a corrispondere un indennizzo automatico pari a 30 euro per ogni superamento dei tempi e i cittadini hanno poi diritto a presentare un reclamo formale a cui Acea è tenuta a rispondere. In caso i cittadini non risolvessero in proprio, il Codici di Via Bramante è già pronto e disponibile, visto che lo sta facendo da anni a favore degli altri residenti del comprensorio clienti di Acea, ad assistere l’utenza per ottenere il rispetto dei propri diritti, utilizzando gli strumenti propri dell’associazione e senza bisogno di ricorrere a giudici e avvocati.
“Nell’attuale gestione comunale – osserva Codici – per evitare che un pensionato continuasse a pagare l’acqua consumata da chi gli aveva occupato abusivamente la casa, abbiamo dovuto citare il Comune in giudizio e siamo ancora in attesa di poter dibattere la prima udienza”.
“L’alternativa era chiedere l’interessamento a qualche politico, ma ovviamente non è questa la strada che il Cittadino deve percorrere per ottenere il rispetto dei propri diritti. Le risposte, invece, alle fantasiose teorie sulla privatizzazione dell’Acqua e sul fatto che, dopo la sentenza, “comanda Acea”, le lasciamo a Luigi Gabriele, del Codici Nazionale, ed al suo corso sul Servizio Idrico che abbiamo pubblicato sul nostro sito consumatori.org, e sulla webtv Laprovincia.tv e di cui consigliamo la visione soprattutto ai Cittadini, in modo che nessuno possa più confonderli con false informazioni. I politici il funzionamento dell’Idrico dovrebbero già conoscerlo, ma da alcune dichiarazioni lette pensiamo che un ripasso non faccia male neanche a loro. Sul piano generale rileviamo inoltre come il servizio idrico sia citato anche tra i servizi oggetto di offerta da parte della NewCo C.S.P. e, forse, i proventi della gestione e il valore dei materiali connessi all’idrico sono entrati a far parte del piano di salvataggio. Se così fosse, ci chiediamo e chiediamo, il piano di salvataggio è tutto da rifare? Il Comune chiarisca”.

(Seapress)

Redazione
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