venerdì, Aprile 26, 2024

Babylonia, operazione antimafia: arresti e sequestro record di beni e aziende per 280 milioni di euro

Roma – Carabinieri e Guardia di Finanza hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 23 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di appartenere a due distinte associazioni per delinquere finalizzate all’estorsione, usura, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, fraudolento trasferimento di beni e valori, con l’aggravante del metodo mafioso. Nel corso dell’operazione, sono state anche eseguite 30 perquisizioni locali.
Contestualmente le forze dell’ordine hanno eseguito 2 decreti di sequestro di beni emessi dal Tribunale di Roma con i quali sono stati posti sotto sequestro beni immobili, società, automobili di lusso e conti correnti per un valore complessivo di circa 280 milioni di euro.
La maxi-operazione scaturisce da un’indagine denominata “Babylonia”, riguardante due sodalizi criminali in vertiginosa crescita sul territorio capitolino, con base a Roma e Monterotondo (RM).
Il primo gruppo criminale è riconducibile a Gaetano Vitagliano, esponente di spicco nel settore del narcotraffico internazionale con “fatturati” da capogiro, contiguo al clan camorrista degli AMATO-PAGANO. Il gruppo romano emerge a partire dal 2011 costruendo un vero e proprio impero e creando un’articolata organizzazione criminale dedita al riciclaggio ed al reimpiego di proventi illeciti.
Negli ultimi anni, il gruppo imprenditoriale ha ampliato in maniera esponenziale gli investimenti nel settore commerciale dell’esercizio di bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, sale slot e tabacchi, gestiti tramite numerose società intestate fraudolentemente a prestanome ed ai suoi prossimi congiunti.
Attraverso un’articolata manovra investigativa, consistita in intercettazioni, servizi dinamici sul territorio ed accertamenti bancari, è stato ricostruito il singolare modus operandi dell’organizzazione criminale. Sfruttando gli ingenti capitali accumulati col narcotraffico, il gruppo ha acquisito numerosi locali a Roma e Milano creando società “fantasma”, utilizzate per ripulire il denaro.
Il denaro ripulito – con la partecipazione di quattro funzionari di banca infedeli – veniva poi reimpiegato nel circuito legale, tramite società create per la gestione degli esercizi commerciali, tutte fittiziamente intestate a terzi.
L’altro gruppo è invece riconducibile a Giuseppe Cellamare particolarmente attiva nella commissione di gravi delitti contro il patrimonio, realizzati a Monterotondo , tra i quali estorsioni ed usure realizzate con il metodo mafioso, e nel successivo impiego dei proventi illeciti in bar e sale giochi, fraudolentemente intestati a prestanome.
Cellamare elemento di spicco della “Sacra Corona Unita”, divenuto collaboratore di giustizia, è stato trasferito sotto protezione nel Comune di Monterotondo, dove negli ultimi anni ha ricostituito un sodalizio criminale avvalendosi della condizione di assoggettamento derivante dalla propria “fama criminale”, ripetutamente affermatasi con atti di violenza compiuti dai membri del sodalizio al fine di recuperare i crediti delle estorsioni e delle usure. Oltre ai destinatari della misura cautelare, risultano indagati a piede libero altri 26 soggetti, tra questi anche un notaio, tre commercialisti e altri dipendenti infedeli di banca.

Redazione
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