sabato, Aprile 20, 2024

Ladispoli, Grando sconfigge la coalizione ’pigliatutto’

Ladispoli – Alessandro Grando è il nuovo sindaco di Ladispoli. I riconteggi dopo il triplice fischio non trasformeranno una sconfitta per 3-0 in un pareggio. Troppo il distacco tra i due candidati sindaco. Marco Pierini si ferma a una trentina di voti in più rispetto ai circa 5300 del primo turno, che gli bastano solo per perdere dignitosamente con il 41,31%. Alessandro Grando, invece, ora primo cittadino per tutti i ladispolani, conquista 7587 voti, il 58,69%, sommandone oltre 3500 ai 4069 presi due settimane fa, e staccando il suo avversario di 2200 voti e più. E’ il trionfo di una destra a matrice leghista a Ladispoli, come in altre città d’Italia? Inconfutabile. Eppure, al di là dei seggi in consiglio comunale, il peso delle varie componenti della coalizione vittoriosa insieme al peso di certe posizioni salviniane dovranno essere valutati nella concretezza dell’azione politica e amministrativa della giunta Grando. Per ora i dati sanciscono innanzitutto, come e forse più che in altre realtà italiane, una frattura verticale tra chi ha amministrato e i cittadini. Questo non si evince solo dall’esito del voto e non riguarda solo chi è stato condannato dagli elettori alla disfatta. Lo sdegno popolare si manifesta in primis in quel 67,43%, la percentuale di coloro che non hanno votato, ossia la maggioranza più schiacciante fra tutte quelle incoronate dalla notte di ieri e, nel contempo, la più impotente e umiliata. Per converso il candidato sindaco che ha messo la parola fine a vent’anni di governo del centrosinistra è stato scelto solo dal 25% degli aventi diritto. Eppure da questo restringimento del corpo elettorale “attivo” non ne esce tanto depotenziato Grando, dato per spacciato al ballottaggio quasi da tutti, quanto quel centrosinistra che, nonostante un dissennato allargamento al centrodestra, o forse proprio per gli effetti nefasti di questo, subisce un’emorragia di voti fra primo e secondo turno. Non basta a riportare il bilancio in positivo l’apporto dei free riders di Peppe Loddo, che di certo non si sono militarmente recati alle urne per votare Marco Pierini. Le poltrone annunciate, probabilmente, hanno prodotto strappi tali da far smettere di correre a più di uno dei grandi elettori di Ladispoli Protagonista. In questo quadro si è inserito il trend nazionale di un centrodestra resuscitato dall’impalpabilità e dalle lacerazioni del centrosinistra, favorito dalla trasparenza del segretario del PD Matteo Renzi e spinto dalla Lega di Matteo Salvini, che ora può marcare stretto Berlusconi, altro grande vincitore della notte dei sindaci, prima che possa pensare ad involarsi per conto proprio. Non che Ladispoli sia mai stata “La Stalingrado d’Italia” ma che il centrosinistra potesse spostarsi a destra, guadagnandosi la non edificante nomea di “partito del mattone” per poi ottenere il brillante risultato di prendere in termini assoluti meno voti del centrodestra di cinque anni fa con annessa l’ulteriore beffa di far vincere la destra sovranista, è un capolavoro di miopia politica che francamente non ci si aspettava potesse partorire. Anche nella giornata di ieri, in pieno silenzio elettorale, alcuni candidati nelle liste di Marco Pierini hanno inviato messaggi contenenti il prospetto dei due consigli comunali sia in caso di vittoria di Grando sia in caso di vittoria di Pierini. Se il M5S, come era naturale, non ha preso posizione, i suoi elettori l’hanno verosimilmente fatto in massa e, perlopiù, hanno scelto il salto nel vuoto di una maggioranza completamente nuova piuttosto che la continuità con un sistema di governo avversato con energia negli ultimi cinque anni.
Il primo partito di Ladispoli è quello che ha deciso le elezioni senza dare indicazioni di voto, ma d’altro canto ha fallito nell’aggregare fette importanti della comunità intorno ad una visione di città. Cosa che, invece, è riuscita ad Alessandro Grando, favorito da cinque anni di opposizione agguerrita ma costruttiva, combattiva ma misurata e intelligente. La sfida che ha di fronte consisterà ora nel dimostrare la capacità di attuare il cambiamento che ha promesso senza spaccare ulteriormente una comunità già divisa e sfiduciata. Al centrosinistra di Ladispoli resta l’opposizione e soltanto un’opposizione umile e senza compromessi di sorta può restituirgli la credibilità perduta. (Seapress)

Redazione
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