CIVITAVECCHIA – Ricorsi e cause di lavoro prima ancora di cominciare ad operare. di questi elementi si è arricchita nelle ultime ore la vicenda HCS. Il difficile e complicato trasferimento dei dipendenti aziendali ha avuto sviluppi inattesi e per certi versi non pronosticabili. La conciliazione individuale, infatti, non sta dando i frutti sperati o almeno negli ultimi giorni qualcosa è cambiato. I primi trecento lavoratori hanno avuto confermato inquadramento contrattuale e mansioni che avevano. Diverso sembrerebbe il discorso per i dipendenti “amministrativi”, finiti nel mirino della politica e dei sindacati. “Infatti, come riportato dal sito www.civonline.it, nel 2010/2011 la CGIL fu in prima linea per assumere decine di persone che poi determinarono gli attuali esuberi (54 dichiarati dalla stessa HCS in Regione). Oggi l’amministrazione quegli “esuberi” non ha intenzione di toccarli (non indicando bene cosa faranno nella nuova società). Le risorse per tenerli al lavoro però non ci sono e per pagarli, nessun servizio nuovo. Li pagheranno gli “amministrativi”, che dovranno “volontariamente” abbassarsi la retribuzione. Dinanzi a tale prospettiva, venerdì in Comune è scoppiato il caos. A surriscaldar gli animi una richiesta fatta ai lavoratori, che si sono sentiti messi con le spalle al muro e davanti ad un out out.
Sembrerebbe che una decina di dipendenti abbia già formalmente, attraverso i legali, diffidato la CSP a rispettare la Legge e la stessa offerta irrevocabile presentata al Tribunale. Va considerato, infatti, che la CSP nella famosa offerta irrevocabile ex art. 1329 del codice civile, si era impegnata alla assunzione dei dipendenti entro 15 giorni dalla accettazione del Tribunale (avvenuta il 19 aprile). Proprio la Magistratura potrebbe quindi presto assumere un ruolo determinante, andando a dipanare la nebbia che in questi ultimi giorni ha investito azienda e dipendenti.
Civitavecchia, le conciliazioni di HCS finiscono in Procura
