venerdì, Aprile 26, 2024

I RISULTATI DEL REFERENDUM

I risultati del referendum sull’uscita della Gran Bretagna dalla Unione Europea e, in Italia, sulla Riforma costituzionale sono stati una sorpresa per gli stessi vincitori. D’altra parte è ormai un dato acquisito: il Popolo chiamato ad esprimersi ha tenuto in non cale i quesiti referendari per votare tutt’altra cosa secondo le proprie simpatie o antipatie e bisogni. Una sorpresa le cui conseguenze non sono ancora ben chiare ne in positivo ne in negativo. Alcuni fatti però sono all’attenzione della dirigenza politica: il Governo inglese pare non sappia che pesci prendere e sta ancora cercando una via negoziale con la UE che non sia punitiva rispetto alle condizioni delle quali hanno goduto. Deve anche fronteggiare l’aperta opposizione dell’altra metà del Popolo, tra cui Irlanda e Scozia, che hanno votato contro la brexit. Da noi non è che sia andata meglio: una crisi di Governo di cui nessuno sentiva il bisogno e un probabile ritorno al sistema elettorale proporzionale che, come e peggio della cosiddetta “prima repubblica” quando i governi duravano in media meno di un anno, porterà una miriade di partitini dell’uno e mezzo per cento che ingolferanno le aule parlamentari e guadagneranno un “giro di giostra” ponendosi come ago della bilancia delle coalizioni “arcobaleno”. Vale a dire tutti dentro fino a raggiungere la maggioranza e, per dirla in volgare “si f…. chi resta”. Anzi no; c’è solo da aspettare il prossimo giro di giostra al massimo tra un anno. Ma le elezioni referendarie di cui sopra hanno prodotto qualcosa ancora più complicata; una svolta storica rimettendo la Democrazia diretta, ovvero il Popolo, al centro della scena politica. Da dove era stato spostato (non cancellato) dalla Democrazia rappresentativa in virtù del principio post-rivoluzionario: “Il Popolo vota ma non governa”. Perché quando lo ha fatto sono stati dolori. Durante la Rivoluzione francese e l’ascesa politica del “Terzo Stato” (borghesia, contadini e operai), che chiudeva il Medio Evo e cancellava l’alleanza Clero-Nobiltà, si tagliavano le teste per alzata di mano. Nelle dittature del Novecento il Popolo inneggiava plebiscitariamente “all’Uomo forte muscoli e moschetto”, alla guerra come “lavacro della Storia” e alla “purezza della Razza”. Poi le “democrazie popolari” con i Gulag per rieducare i “nemici del Popolo”. Certo, siamo in periodo di decadenza, i partiti sono stati trascinati in basso dal crollo delle ideologie (quelle sbagliate) hanno esaurito la loro funzione di mediazione politica tra il Popolo dei governati e i Governanti. Cercano inutilmente di recuperare quel rapporto “santificando il Popolo” come un totem, magnificando le “Primarie” alle quali non crede nessuno ma c’è la partecipazione “popolare”. Il Popolo ha votato: viva il Popolo! Antonio Sannino

Redazione
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