mercoledì, Aprile 17, 2024

Impianti comunali adibiti a discoteca: sequestro e reato di abuso d’ufficio per i rappresentanti di due associazioni

Anzio – Utilizzava impianti sportivi di proprietà comunale per l’organizzazione di eventi tra cui cena a bordo piscina, feste private e serate in discoteca senza corrispondere alcun canone di affitto. Questo quanto contestato ad una associazione culturale, ben nota ai più giovani, dalla Guardi di Finanza del Comando Provinciale di Roma. I militari hanno accertato che i responsabili delle due associazioni coinvolte, agevolati dagli incarichi ricoperti nel tempo all’interno del Comune, hanno determinato l’adozione di atti illegittimi con i quali è stato dapprima concesso l’utilizzo di un’area di soli 138 metri quadrati, di gran lunga inferiori rispetto a quelli effettivamente utilizzati, da adibire a punto ristoro e, successivamente, stipulato un contratto di comodato d’uso gratuito dell’intera area. La piscina comunale era stata concessa, dal 2007, ad un’altra associazione culturale che esercita, nel rispetto dello scopo istituzionale, la pratica sportiva del nuoto ma, da oltre 10 anni, ne cede l’utilizzo, nel periodo estivo, ad una delle due associazioni coinvolte nell’idangine che, a sua volta, fruisce di un’area di circa 1250 metri quadrati dotata di pista da ballo, zona privée, oltre ad un’ampia area adibita a parcheggio di proprietà del Comune. Trattandosi di un bene pubblico indisponibile, gli impianti sportivi non possono essere destinati a finalità differenti e la loro concessione non può essere ceduta a terzi, né totalmente né parzialmente, pena la decadenza della convenzione stipulata con l’ente locale. Tale situazione, in palese violazione della normativa vigente, si è perpetuata grazie all’indifferenza dei funzionari comunali preposti alla gestione del patrimonio dell’ente locale i quali hanno omesso di dichiarare la decadenza della convenzione. Come se non bastasse, oltre a omettere di versare all’ente locale proprietario il canone di locazione, quantificato in oltre 170.000 euro, l’associazione beneficiava del regime fiscale agevolativo previsto per gli enti “no profit”, nonostante svolgesse esclusivamente attività commerciale. Grazie agli elementi raccolti dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Nettuno, la Procura della Repubblica di Velletri ha contestato il reato di abuso d’ufficio ai rappresentanti legali delle due associazioni coinvolte e ai tre funzionari comunali, disponendo il sequestro preventivo dell’area di proprietà pubblica per evitarne l’illecito sfruttamento e permettere all’Amministrazione Comunale di destinarlo a finalità di interesse pubblico.

Redazione
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