venerdì, Aprile 19, 2024

“CENTRO COMMERCIALE? IDEA ANACRONISTICA DI SVILUPPO CHE UCCIDE TERRITORIO E PICCOLE AZIENDE”

Riceviamo e pubblichiamo: “La storia di un territorio, l’identità di un paese sono legati ad una cultura dell’abitare che conservi e preservi le caratteristiche ambientali, paesaggistiche e si leghi alle tradizioni artigianali della sua gente. Assisto sistematicamente nei nostri Comuni a stravolgimenti dell’assetto urbanistico storico e paesaggistico in nome di uno sviluppo che va solo a favore di gruppi finanziari e grandi catene commerciali. Non capisco come si possa avallare lo scempio di un territorio con la scusa che offre posti di lavoro, mortificando anche il piccolo commercio e mostrando di avere un’idea di sviluppo anacronistico e non lungimirante. Non capisco come il cemento possa sostituire i campi coltivati a grano, gli uliveti, i vigneti che adornano il nostro territorio. Ma i politici di oggi sanno bene come usare le parole a loro uso e consumo. Non capisco come si possa avallare, da parte di chi rappresenta i cittadini nelle istituzioni, un progetto che sottintende una falsa idea di sviluppo in un’epoca in cui dovrebbe prevalere una visione sobria del nostro modo di vivere e volta essenzialmente a creare i servizi che mancano. In realtà non abbiamo bisogno di grandi opere, ma di piccoli interventi che rendano una città vivibile. Abbiamo bisogno di una nuova visione di comunità. Non di nuove strade con svincoli, ponti e rotatorie che aumenterebbero un traffico già congestionato, (che si stanno rivelando luoghi di morte dove quasi giornalmente vengono sacrificate vite umane) ma di una pianificazione seria per riparare quelle già esistenti ridotte a groviera. Non abbiamo bisogno di altri supermercati che fagocitano le piccole botteghe, che mortificano gli artigiani locali del centro storico, ma di incoraggiare un NUOVO MODO di consumare, riducendo i rifiuti e eliminando plastica e imballaggi. Abbiamo il diritto all’acqua pubblica e non gestita da un’azienda che ci strozza, così come hanno deciso i cittadini italiani nel referendum del 2011. Questo chiederei al futuro sindaco del mio Comune. Io amo la città in cui vivo ..ma lui ? Forse sto sognando?”

Redazione
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