giovedì, Aprile 18, 2024

Fiumicino, arrestata trafficante di droga latitante dal 2011

Fiumicino – I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma e la Polizia di Frontiera Aerea, hanno arrestato un donna responsabile di associazione a delinquere per narcotraffico. Latitante dal 2011 Gloria Teresa T.A. ha fatto rientro in Italia seguendo la stessa sorte del marito già estradato lo scorso 7 giugno 2017, in compagnia del quale era stata rintracciata e fermata, a Bogotà all’esito di un’operazione coordinata dagli specialisti del G.I.C.O. L’ordinanza di custodia cautelare era stata emessa a seguito di indagini condotte dai finanzieri sulla base delle dichiarazioni di due soggetti italiani, dipendenti di una ditta incaricata della riconsegna dei bagagli presso l’aeroporto di Roma Fiumicino, e tratti in arresto perché trovati in possesso di una valigia contenente oltre 11 Kg di cocaina. Dopo le indagini erano state individuate due distinte organizzazioni criminali, entrambe dedite all’importazione di ingenti quantitativi di stupefacente e attive nelle piazze di spaccio della Capitale: una di queste, promossa e diretta da magli e marito unitamente ad altre quattro persone, si rendeva responsabile dell’introduzione dal Sudamerica di significativi quantitativi di cocaina, importati in doppifondi ricavati ne carrelli portavivande imbarcati su aeromobili provenienti da Caracas. Le indagini avevano portato al sequestro di 15 kg di cocaina e all’individuazione dei ruoli all’interno dell’organizzazione, nonché all’arresto di tre soggetti per sequestro di persona a scopo di estorsione, proprio relativamente ad un quarto soggetto colombiano, intermediario per la vendita del narcotico, trattenuto contro la sua volontà.
Nell’aprile 2015, quindi, all’esito di ulteriori approfondimenti delegati dalla D.D.A. di Roma, veniva accertato, tramite l’esame dei social network “Facebook” e “Twitter”, come moglie e marito avessero stabilito, da qualche tempo, la propria residenza in Colombia, nella città di Bogotà, contando sulla vicinanza della famiglia di origine di lei. In particolare, l’esame dei profili individuati consentiva di acquisire informazioni anagrafiche, luoghi di frequentazione e tempi degli spostamenti, circostanze che fornivano preziose indicazioni in merito alla loro permanenza nella città di Bogotà. Si apprendeva, inoltre, come i due latitanti, nel frattempo condannati dal Tribunale di Roma alla pena di 18 e 10 anni di reclusione, conducevano uno stile di vita agiato, avendo la disponibilità di auto di lusso, effettuando frequenti viaggi di piacere, dedicandosi a battute di pesca e organizzando feste in famiglia. Sulla base di tali evidenze, la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma aveva avviato un’apposita commissione rogatoria che conduceva alla loro cattura in Colombia e, da ultimo, alla loro estradizione in Italia.

Redazione
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