giovedì, Aprile 25, 2024

Piazza Grande: ecco i motivi dello stop

Ladispoli – Ora anche per il comune il valore di acquisto ed attuale del terreno dell’ex Marescotti non è quello dichiarato sul piano integrato di Piazza Grande.
Sia per la Guardia di Finanza che per la Procura di Civitavecchia infatti il valore dell’ex Marescotti è quello scritto nell’atto di compravendita, vale a dire 250.000 euro e non quello dichiarato dalla socie- tà, quasi il doppio, che le ha consentito di dare al comune 175.000 euro in meno del dovuto con il piano integrato. Inutilmente si cercò di smen- tire questa vicenda adducendo addirittura che il valore dell’ex Marescotti sia di milioni di euro. Basterebbe infatti leggere i bilanci pubblici della società per scoprire che Piazza Grande Srl 600.000 euro non le ha nemmeno di patri- monio. Addirittura l’ammontare complessivo del bilancio societario non è mai stato, dal 2013 al 2016, lontanamente vicino alle cifre dichiarate nel piano integrato.
A confermare questo è il bilancio 2016 della società. I terreni acquistati dalla Piazza Grande figurano alla voce “rimanenze”, svolgendo la società lavoro in settore edilizio. Questa posta in bilan- cio è passata da 318.679 euro nel 2014 a 352.000 nel 2015 a 384.500 nel 2016. Una cifra chiaramente distante dalle 600.000 euro.
Per il comune di Ladispoli ora questa falsa dichiarazione sarebbe abbastanza per rivedere tutto.
La domanda che si pone è come finora non si sia posto un minimo di problema all’interno di Palazzo Falcone su questa vicenda, che arrecherebbe un danno economico all’ente, a favore della società di oltre 175.000 euro. Intanto in comune si sarebbe dovuto procedere allo sposta- mento del dirigente per poter finalmente mettere mano a questa incredibile vicenda. Il provvedimento di sospensio- ne del piano integrato arriva infatti solo poche ore la rimozione dell’Arch. Passerini e l’insediamento del nuovo dirigente, Arch. Silvi. Nessun passo indietro quindi da parte di Passerini su quei conti sbagliati nemmeno dopo che la Procura di Civitavecchia lo ha coinvolto con avviso di garanzia in una inchiesta per la quale si attende ora la decisio- ne delle eventuali richieste di rinvio a giudizio.
Il 10 settembre dovrebbe arrivare la conclusione della verifica disposta dal Segretario Generale del comune e pro babilmente di lì a pochi giorni la decisione di far riprendere i lavori o addirittura mettere una pietra sopra a questa vicenda.
Altro punto che probabil- mente non sfuggirà alla commissione di verifica richiesta dalla segretaria comunale di Ladispoli riguarda gli ob- blighi presenti sull’ex Marescotti. Infatti il tentativo di far passare per valore del terreno anche 300.000 euro di spon- sorizzazioni promesse da Piazza Grande a US. Ladispoli rischia di divenire un ulteriore grana contro la società. La US. Ladispoli ottenne dall’ac- cordo per la cessione del terreno una promessa, che sembra essere stata sottoscritta e messa nero su bianco, di una importante sponsoriz- zazione entro i 5 anni. Soldi che al momento non sembrano essere transitati tra le due società, almeno da una prima analisi dei bilanci. Se, come vuole intendere Piazza Grande, questo importo fa parte della compravendita, emergerebbe chiaramente che l’acquisto del terreno non sarebbe ancora perfezionato, e che la US Ladispoli potrebbe paradossalmente ritornare sull’operazione. Altra questione riguarda il vincolo indicato nell’atto secondo il quale la US. Ladispoli, che ha venduto il Marescotti, avrebbe potuto continuare ad utilizzarlo fin tanto ché non avesse avuto un altro impianto su cui giocare. Ma al momento del rilancio di tutte e tre le concessioni edilizie la US. Ladispoli non aveva garanzia che questa eventualità si sarebbe potuta concretizzare. Il nuovo stadio, nonostante le frenetiche inaugurazioni, alla data del 20 giugno 2017 giorno di rilancio della quarta ed ultima concessione a costruire, non aveva ancora ottenuto l’agibilt , titolo necessario per la registrazione della squadra al campionato. Il titolo sarebbe arrivato solo il 23 giugno con addirittura un’ordinanza del sindaco Paliotta, che avrebbe dichiarato agibile una struttura che mai aveva ottenuto in precedenza quel permesso, e per la quale mai una commissione di esperti ne aveva dichiarato l’agibilità. sono due le possibili evoluzioni della situazione: la prosecuzione del piano o il suo definitivo annullamento.
Lo scenario delineato dalla prima possibilità è già noto. Al posto dell’ex Marescotti comparirebbe un supermercato di circa 8.000 mq e due palazzine di 5 piani, oltre ai relativi parcheggi e alla famigerata piazza. E’ il secondo scenario quello invece più controverso. L’annullamento del piano infatti bloccherebbe tutto quanto è stato già fatto. Ma ci sono dei punti di non ritorno che comunque resterebbero. Il Marescotti è stato nel frat- tempo demolito, mentre già sono gettate le fondamenta del centro commerciale. Lavori svolti in fretta e furia, come anomala è la fretta con la quale si è cercato di concedere tutti i permessi a costruire. Il primo fu rilasciato il 20 febbraio 2017 per la realizzazione dell’edificio commerciale. Nonostante il permesso per la sola area commerciale i residenti del quartiere notarono anche la demolizione della piccola abitazione all’interno del lotto, che però insiste nella parte di terreno dove sorgeranno le palazzine. Le altre concessioni sono invece state date in fretta e furia nel mese delle elezioni, due di queste addirittura a 5 giorni dalla data del ballottaggio, il 20 giugno 2017. In molti notarono l’ostentazione dei lavori in piena campagna elettorale con tanto di annuncio ufficiale.
Come detto quindi il Marescotti non tornerà ed il rischio di un annullamento del piano è quello di lasciare il cantiere abbandonato. Il punto di non ritorno risulta essere quindi quello della concessione dei permessi a costruire, rilasciati nonostante sulla vicenda vi fosse ormai una inchiesta della Procura di Civitavecchia
con tanto di avvisi di garanzia. Si è inoltre scoperto che gli oneri concessori per ottenere il permesso a costruire sarebbero stati pagati solo parzialmente. La parte restate è stata solo garantita e non versata con delle fidejussioni poi scopertesi non valide e quindi sostituite in corsa. Per la nuova amministrazione restano quindi in piedi alcu- ne possibilità tra cui riuscire quantomeno ad ottenere l’importo dovuto realmente, vale a dire gli ulteriori 175.000 euro e magari una corretta applicazione dei cronoprogrammi, dando priorità prima ai benefici pubblici del piano e poi agli scopi della società. Riconducibile alla stessa famiglia imprenditoriale vi è infatti un altro piano integrati di simili dimensioni in via Vilnud, dove le opere di interesse della società sono in via di terminazione, mentre per quelle destinate al comune si è anco- ra in fase di approvazione dei progetti. Restano poi in piedi altre opzioni da valutare con la Piazza Grande. Una di queste potrebbe essere l’acquisto da parte del comune del terreno, a prezzi ragionevoli, per la realizzazione di opere di interesse pubblico. Una strada più difficile ma sicuramente più affascinante per i cittadini di Ladispoli. Al momento infatti ogni destinazione alternativa che in tanti farneticano non è applicabile. Va posta infatti come base che il terreno del Marescotti è definitivamen- te area privata e quindi nelle disponibilità di una società e non del comune.
(Seapress)

Redazione
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