giovedì, Marzo 28, 2024

Civitavecchia,’’Tutto ancora fermo per la camera iperbarica’’

Nessuna risposta sulla camera iperbarica. Quella che arriva ai giornali è l’ennesima chiamata da parte dall’associazione Forno. Dopo un iter lunghissimo e varie denunce tutto rimane infatti bloccato. Compreso una richiesta di incontro con i vertici dell’Autorità Portuale per far ripartire l’iter come spiega il presidente Costantino Forno.
“Venti anni fà su iniziativa dell’Associazione in oggetto veniva montata, all’interno del porto commerciale di Civitavecchia, una camera iperbarica a 8 posti + 2, tra le più moderne in Italia, che veniva aperta (e gestita dalla nostra Associazione) dal febbraio 1998 al dicembre 2005. In tale data la struttura è stata smontata per essere trasferita (sempre in ambito portuale – zona artigianale) in seguito all’ampliamento del nostro porto. Nel maggio 2010, l’Autorità Portuale di Civitavecchia, proprietaria della struttura, ha consegnato nuovamente alla nostra Associazione la struttura per procedere alle necessarie richieste di autorizzazione alla Regione Lazio.
Per oltre due anni, la documentazione amministrativa presentata, era scomparsa dagli uffici competenti fino a che nel mese di aprile, in seguito al terzo intervento della trasmissione “Striscia la notizia”, la Polmare di Civitavecchia rinveniva, lo stesso giorno, presso gli uffici della Regione e del Comune di Civitavecchia, l’intera documentazione scomparsa. Dopo una serie di incontri con la ASL RMF, la Regione, l’Autorità Portuale e l’Associazione, l’ente regionale comunicava la non concessione dell’autorizzazione all’esercizio per due motivazioni, risultati, alla fine inesistenti”. A questo punto l’associazione riteneva di essere vicino alla fine di questo lungo inter, ma non è stato cosi.
“La scorsa estate erano in corso diversi incontri tra Azienda Sanitaria, Autorità Portuale e Associazione per la riapertura definitiva della struttura. La nomina di un Commissario all’Autorità Portuale ha bloccato nel luglio 2016 il procedimento. La nostra Associazione, a dicembre 2016 ed a giugno 2017, ha richiesto un formale incontro con l’Autorità Portuale di Sistema per riprendere il discorso interrotto. A tutt’oggi nessuna formale richiesta o invito ad incontri. Intendo rappresentare che la camera iperbarica oltre alle attività di emergenza (embolie e intossicazioni di monossido di carbonio) è necessarie per un’altra quindicina di patologie.
Attualmente risulta essere attiva, nel Lazio una sola camera iperbarica privata a Roma e, in Toscana, a Grosseto un’altra struttura iperbarica all’interno dell’ospedale toscano. Negli ultimi due anni, per quanto è a nostra conoscenza, due cittadini di Civitavecchia si sono dovuti rivolgere alla struttura di Roma per terapie patologiche”.

Redazione
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