venerdì, Marzo 29, 2024

LA DOTT.SSA NUNZIA VOLTATTORNI, RICERCATRICE ALL’INGV HA SPIEGATO I FENOMENI SISMICI AI RAGAZZI DELLA MELONE

I “fenomeni sismici”, questo argomento ci tocca particolarmente, considerando che, dal 24 agosto scorso, i terremoti stanno tormentando l’Italia centrale. Scosse. Scosse grandi, piccole, scosse… paesi distrutti, tante vittime, lacrime, danni economici. Questo stiamo vivendo da mesi. Per questo motivo, la nostra scuola, dopo la diffusione elettronica di interessanti libriccini sui terremoti, ha ritenuto importante farci sapere perché essi si verifichino attraverso un incontro con una esperta nel settore. Per il momento, gli incontri sono rivolti a tutte le classi della secondaria e alle quinte della primaria, ma si prevedono anche incontri con i più piccolini. A spiegarci l’argomento è stata la dott.ssa Nunzia Voltattorni, ricercatrice all’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia). Il compito principale di questo Istituto è quello di studiare e monitorare i fenomeni geofisici nelle due componenti, fluida e solida, del nostro Paese. L’INGV sorveglia la sismicità dell’intero territorio Nazionale e l’attività dei vulcani italiani, attraverso reti di strumentazione tecnologicamente avanzate, distribuite sul territorio nazionale o concentrate intorno ai vulcani attivi. I segnali acquisiti da tali reti vengono trasmessi in tempo reale alle sale operative di Roma, Napoli e Catania, dove personale specializzato, presente 24 ore su 24, li elabora per ottenere i parametri dell’evento in atto. Per spiegarci l’argomento, la ricercatrice ha fatto uso di alcune diapositive esplicative. Quasi tutti i concetti spiegati a noi ragazzi di terza non erano nuovi; infatti quello dei terremoti è stato proprio l’ultimo argomento studiato in classe durante l’ora di scienze. Sullo schermo abbiamo visto la divisione della terra in placche e abbiamo osservato che la Terra, nelle varie ere geologiche, ha subito notevoli modifiche; per assumere l’aspetto odierno. Sono trascorsi milioni di anni, ancora continua a modificarsi e ancora si modificherà!Il nostro pianeta, dunque, non è statico ma dinamico e la dimostrazione sono proprio i terremoti che stiamo vivendo causati dalla collisione della placca africana contro quella euroasiatica. La dottoressa Voltattorni ci ha spiegato che la struttura della terra è formata approssimativamente da nucleo interno, il mantello e crosta terrestre (molto sottile). La crosta terrestre non è un unico “blocco”, ma è suddivisa in placche in movimento fra loro a causa dei moti del mantello sottostante. Il nucleo della terra è a una temperatura elevatissima e proprio la differenza di temperatura fra il centro e l’esterno causa il movimento del mantello. Questo movimento spinge le placche e causa i terremoti che principalmente avvengono sui bordi, sul margine delle placche che si muovono una rispetto all’altra. I movimenti tra le placche sono diversi, più precisamente possono essere: – divergenti, quando le placche si allontanano; – convergenti, quando le placche si avvicinano e si scontrano; – trasformi, quando le placche slittano, scorrono l’una accanto all’altra, in senso opposto. Nel tempo questi movimenti hanno portato ad uno spostamento della nostra penisola dovuto alla placca africana che sta spingendo verso nord. La placca euroasiatica, si sta “mettendo sotto” la placca africana e questo fenomeno, che ha generato le alti Alpi e gli Appennini, farà crescere sempre più le nostre montagne. Dopo averci parlato delle placche, la ricercatrice ha fatto un quadro generale sulla distribuzione dei terremoti in Italia, che complessivamente è una zona fortemente sismica (tranne che in Sardegna). Fortunatamente la zona di Ladispoli ha un basso livello di sismicità, ma comunque possiamo sentire i forti terremoti che si verificano più o meno lontano. Per rilevare i terremoti si utilizzano degli apparecchi chiamati sismometri, che rilevano l’intensità del terremoto, e la distanza temporale dalle onde P alle onde S permette di conoscere a che distanza si è verificato il terremoto. Vi sono poi le onde di Love e quelle di Rayleigh che sono le più distruttive. Abbiamo poi parlato di ipocentro (luogo effettivo all’interno della Terra dove è avvenuta la rottura della roccia e da cui partono le onde sismiche) e di epicentro (punto sulla superficie terrestre che si trova sulla verticale dell’ipocentro). Ci è stato spiegato che, nonostante molti sostengano il contrario, i terremoti non si possono, purtroppo, ancora prevedere. Quello che si può fare, però, è prevenire i danni peggiori, costruendo edifici antisismici, in grado di resistere senza crollare a vari gradi di scossa. Purtroppo questo tipo di costruzioni è un po’ costoso e le persone, spesso, non hanno i fondi sufficienti per costruire in modo antisismico. Occorre quindi ammettere che i terremoti non uccidono nessuno, sono le costruzioni dell’uomo, strutturate male e senza criteri antisismici, ad uccidere. Così proprio la prevenzione è l’unico modo per limitare le conseguenze catastrofiche di un evento sismico, senza contare che è evidente (ed anche noto) perché i terremoti si verificano sempre nelle stesse zone. Spesso i terremoti potenti possono causare quello che i giapponesi chiamano Tsunami (che in giapponese significa “onda di porto”) e che noi chiamiamo maremoto, e cioè onde molto potenti che si abbattono sulle coste, è come quando diamo un colpo ad un bicchiere pieno di acqua, l’effetto è che si creano delle onde che fanno versare il liquido contenuto. Gli tsunami però non avvengono solo in Giappone: un esempio italiano di tsunami fu quello provocato del terremoto di Messina nel 1908, con onde dai 6 m ai 12 m di altezza (alte come un palazzo di 4 piani). Questo maremoto provocò migliaia di vittime, aggravando il numero dovuto ai crolli delle case a causa del terremoto. Più direcente, nel dicembre 2002, nel Mar Tirreno, l’onda generata dal crollo in mare di un costone del vulcano Stromboli, distrusse parte delle zone costiere abitate dell’isola, causando danni e disagi anche alla navigazione. Anche se molte cose già le conoscevamo, il saperle è sempre parziale, vista l’entità e la complessità dell’argomento e poi è sempre bene sentirle ripetere, con qualche informazione in più, per aggiungere quella piccola parte che migliora la visione del tutto. Dopo le spiegazioni tecniche, la dott.ssa Voltattorni ci ha indicato cosa fare in caso di terremoto: a scuola ci si ripara sotto i banchi, a casa vicino ai muri portanti e all’esterno lontano da pali o edifici grandi. Bisogna stare assolutamente lontani da mobili e finestre (i primi potrebbero caderci addosso, le seconde possono esplodere e lanciare schegge taglienti). È importante staccare la corrente elettrica e chiudere l’acqua. Poi, dopo che il terremoto si è calmato, si esce dagli edifici per andare all’esterno. Alcuni di noi non hanno mai sentito un terremoto, ma sappiamo che ciò che noi non conosciamo di persona (aggiungiamo fortunatamente) ha provocato tragedie incredibili e non sorge affatto la curiosità di provarlo… Questo incontro è stato interessante, sia perché è stato utile per chiarire alcuni dubbi, sia perché ci ha insegnato cose in più, strategie e dati tecnici, metodi di calcolo che ad alcuni di noi piacerebbe un giorno approfondire, e magari le nozioni scientifiche saranno migliorate e si completeranno con studi specifici. Ringraziamo la dott.ssa Voltattorni che ha dedicato il suo tempo a noi e ringraziamo la nostra fantastica scuola per tutte le occasioni che ogni giorno ci offre, dandoci la possibilità di apprendere nuove conoscenze, attuali e interessanti come un argomento di attualità che sta mettendo a dura prova il nostro stato d’animo con ansia e paura…ma anche speranza. Il sapere ci aiuta ad andare avanti e in questo caso a capire la natura, questo mondo di mille e più sfumature, che ci circonda e che dobbiamo studiare per non distruggerla e distruggere noi stessi con essa. Studiare un fenomeno che ha provocato tante vittime ci dà un senso di malinconia che però è attutita dalla voglia di trovare un’idea, fare una scoperta scientifica per prevedere (se si riuscisse) e limitare completamente gli effetti così terribili e distruttivi di interi paesi. Vorremmo concludere questa riflessione proprio con la speranza che in futuro si possano contenere al massimo le conseguenze di un sisma. Non riusciamo a non scrivere, visto l’argomento trattato, che ci piacerebbe tanto abbracciare forte tutte le famiglie sofferenti ed anche ringraziare davvero con forza tutti coloro che hanno aiutato ed aiutano in questi momenti le popolazione terremotate, tutti coloro che hanno dato e stanno dando il proprio supporto, che sono intervenuti in soccorso, tutti coloro che possono offrire assistenza… Grazie. Simone Cama, Alessia Marini, Ismaele Spinelli 3M

Redazione
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