venerdì, Aprile 26, 2024

“MA SE NON CI FOSSE STATA L’EUROPA A RICORDARCI CHE PRIMA O POI I DEBITI LI DOBBIAMO PAGARE A QUANTO SAREBBE ARRIVATO IL DEBITO PUBBLICO?”

Accusare l’Unione Europea di tutti i guai di questo mondo e di quell’altro; in particolare poi di quelli della nostra povera Italia é ormai una specie di sport domenicale. Ma com’era il vecchio Continente prima dei Trattati diRoma che istituirono la Comunità Economica Europea nei primi anni Cinquanta? Bè fino a qualche decennio (non secoli) addietro la generazione prima di noi, cioè i Padri, non ancora cittadini europei, si scannavano fra di loro non in una ma in due guerre mondiali. Città distrutte dai bombardamenti, Berlino fu quasi rasa al suolo, il prezzo pagato dall’Unione dei Soviet per fermare le armate di Hitler fu di milioni di morti. L’Olocausto dei figli del Re Davide e il genocidio del Popolo Armeno decretarono il trionfo dell’impero del male (o la ”banalità del male”; per dirla con Hannah Arendt). Le vicende belliche misero in ginocchio le economie dei vari Paesi lasciando in miseria milioni di famiglie e lavoratori; principalmente quelle dei belligeranti sconfitti come l’Italia. Per non dimenticare teniamoci stretti questi Settanta anni di pace, lo dobbiamo ai nostri figli. Poi c’è stato Maastricht, la moneta unica ovvero l’Euro, il “Patto di stabilità” per il quale il disavanzo statale non deve superare il 3% del Pil; e altro ancora compreso qualcosa di sbagliato. Ma come stavamo in economia e finanza prima di essere il Paese fondatore dell’Europa Unita? Qualche problema c’era. Per esempio gli impiegati dello stato e delle pubbliche amministrazioni potevano andare in pensione con 15 (quindici) anni sei mesi e un giorno di servizio; in concreto a 35 anni di età. I contributi dello Stato a Enti pubblici come Regioni e Comuni ma anche a organizzazioni e associazioni private (partiti politici) venivano distribuiti a pioggia e creavano consenso elettorale mentre il debito pubblico cominciava a galoppare. Ma nessuno se ne dava per inteso, tutti facevamo finta di niente. In effetti l’andazzo veniva mascherato dalla manovrabilità della leva finanziaria, si stampava carta moneta che non supportava una crescita economica bensì prebende e clientele, dunque creava debito. Oppure si portava l’inflazione al 20 (venti) %, ti davano mille lire che in potere d’acquisto valevano ottocento; il resto era altro debito. Ancora, si svalutava la Lira del dieci o venti per cento rispetto alle altre monete, ed era di nuovo debito. Con la sottoscrizione dei trattati europei tutte queste belle cose non si possono più fare e ci avviamo a dare in eredità ai nostri figli 2500 miliardi di debito pubblico. Viene da pensare: ma se non ci fosse stata l’Europa a ricordarci che prima o poi i debiti li dobbiamo pagare a quanto sarebbe arrivato il debito pubblico? Un fatto concreto: nel 1994 accesi un mutuo per la casa mi costò interessi al 17% (inflazione al 20%); nel 2008 mia figlia ha contratto un mutuo per la prima casa al 3% ( inflazione all’1%) Anche questo è Europa.
Antonio Sannino

Redazione
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