Avvicinandosi a diventare “lupi grigi” capita di mettere le mani in scatole di latta in cui si è conservata memoria degli anni trascorsi. Una bella scatola dei biscottini di Novara della Ditta Bertani, dall’interno dorato. Frugandoci dentro tra pallette, figurine di calciatori, ricette di pasta coi carciofi della mamma, foto della prima comunione, autografo di Omar Sivori, copie del quotidiano Lotta continua, risoluzioni politiche di Potop, affettuose lettere della ragazza rossa Rossanda, ed altro e del più diverso, è saltato fuori Il facsimile di lontane, ma non più di tanto, elezioni amministrative cervetrane. Il documento ha bello che compiuto le nozze d’argento ma, come succede per le canzonette di Battisti, a buon diritto, può considerarsi un evergreen. Velocemente, ahinoi, il tempo è trascorso sulla terra etrusca e sulle anime di chi la calpesta, inesorabile e potentemente dissipatore di bellezza e ricchezza morale. Guardandoci allo specchio ne vediamo i segni sugli occhi sempre meno brillanti e privi di curiosità, sulle rughe sempre più profonde che allungano che ammosciano le labbra in segno di delusione profonda. Zigzagando per il territorio si ha la certezza che un geometra, anche picciolo-piccioletto, ma a tal punto incazzato coi cervetrani, lo abbia voluto ammorbare con schizzi di cemento. Quanto ci era stato dato in dono dal Padreterno, e che si era conservato intatto fino ai primordi del cinquanta del secolo scorso, è bello che ito nunc et semper: per ora e per sempre! I risultati sono inequivocabili a chi ha l’ardire di aprire gli occhi, di appizzare le orecchie, di farsi una spremuta di materia grigia almeno una volta, ed una revisione della coscienza ogni cinque anni. Un vecchio detto afferma: “A volte tornano!” A Cerveteri è molto difficile rendere giustizia a questo proverbio perché sembra non se ne siano mai andati.
