venerdì, Marzo 29, 2024

ROGO DI VILLA CHIARA: CONDANNATI I GESTORI

Quattro ore di camera di consiglio, per emettere la sentenza del processo che ha visto imputati Sabatino Cipollini e Adriana Gigliotti, per il decesso dei due anziani ospiti della struttura geriatrica Villa Chiara di Santa Severa Giovanni Marongiu e Lamberto Di Berardino, che la notte del 31 gennaio del 2010 morirono per soffocamento in un locale adiacente alla residenza sanitaria, a causa di un incendio che si sviluppò per un corto circuito all’impianto di riscaldamento. I due ex gestori della struttura che ospitava una decina di persone ultrasettantenni, sono stati condannati ad un totale di sette anni e tre mesi. Alla Gigliotti quattro anni e tre mesi per omicidio colposo e sequestro di persona, mentre al Cipollini tre anni per omicidio colposo, entrambi dovranno risarcire civilmente le parti con una provvisionale di 50mila euro per la vedova di Di Berardino e 20mila euro a testa per i figli delle due vittime. Le due operatrici straniere Marina Manea e Elena Saniuta, che quella notte erano in servizio nella struttura, gli sono stati inflitti dieci mesi. Dopo quasi sette anni ed una lunga serie di udienze, dunque, si è giunti alla fine della vicenda. Nell’ultima udienza di oggi, l’avvocato dei due imputati Antonio Maria Carlevaro, ha ripercorso le tappe segnate durante le precedenti sedute, per dimostrare che i gestori della struttura non potevano considerarsi responsabili della morte dei due anziani, in quanto quella notte loro non erano presenti a Villa Chiara e quindi non potevano essere stati loro a chiudere la porta della dependance. Per questi motivi l’avvocato Carlevaro aveva chiesto l’assoluzione del Cipilloni e della Gigliotti. Dura invece la requisitoria finale degli avvocati delle parti lese Capitani e Marconi, che hanno evidenziato che i due anziani erano stati isolati nella dependance perché creavano problemi. “Sono stati sequestrati in una stanza distante dalla struttura principale – hanno detto i due legali – senza potersi muovere ne uscire nel guardino. Comunque Villa Chiara aveva una gestione a carattere familiare e dunque tutti erano parte attiva”. Subito dopo la sentenza la figlia del Marongiu ha voluto commentare la decisione del giudice. “Sinceramente – dice Franca Marongiu – quello che mi interessava di più era dimostrare che mio padre e Di Berardino erano stati chiusi nella stanza senza possibilità di uscire. Fortunatamente le condanne non cadranno in prescrizione ma quello che mi lascia più amareggiata è il fatto che il valore della vita di un familiare valga così poco”. “Siamo soddisfatti per questo primo passaggio – ha spiegato l’avvocato Antonio Maria Carlevaro, legale di Cipilloni – siamo riusciti ad ottenere quanto era possibile in queste condizioni. Una pena lieve, considerate le attenuanti generiche”. “Il processo – ha sottolineato Davide Capitani, avvocato delle figlie del Marongiu – si è chiuso nei termini, scongiurando la prescrizione. Procederemo ora con il risarcimento danni”. (fonte www.civonline.it)

Redazione
Redazione
La nostra linea editoriale è fatta di format innovativi con contenuti che spaziano dalla politica allo sport, dalla medicina allo spettacolo.

Articoli correlati

Ultimi articoli