venerdì, Marzo 29, 2024

Caos trasporti, linee assenti per i bambini

FIUMICINO – Un nuovo episodio che mette in luce negativa il servizio di scuolabus e che ha scatenato proteste arrivate fino agli uffici del Comune di Fiumicino: la vicenda risale a qualche giorno fa, quando due bambini di circa 11 anni sono stati fatti scendere alla fermata Stazione Fs di via Giulio Romano, insieme agli altri, in una sorta di capolinea; i due malcapitati, però, abitano alle spalle di Parco Leonardo, precisamente in via Idra, molto distante dal punto scelto come punto di raccordo. Per la precisione 4,7 chilometri, 57 minuti a piedi secondo Google Maps.
L’episodio ha lasciato sconcertati i genitori, che hanno cercato di rendere pubblico il fatto e chiedere conto a chi di dovere. «Tralasciamo il fatto – dicono – che non sono state attivate tutte le linee previste, tralasciamo il fatto che ancora non sappiamo come potremo pagare per via telematica, tralasciamo il fatto che non riceviamo risposte né via telefono né via mail, ma far scendere due minorenni così lontano da casa quando il servizio scuolabus per sua natura dovrebbe passare nei posti segnalati dagli utenti con l’iscrizione è qualcosa che grida vendetta.
I ragazzi sono stati fatti scendere – raccontano – senza che nessuno avvisasse i genitori, e quando stamattina la mamma è andata a chiedere conto di questo comportamento, le è stato risposto che ha firmato un foglio che autorizza a lasciare i propri figli in strada per far raggiungere loro l’abitazione da soli… Sì, è vero, l’autorizzazione c’è, ma perché i genitori pensavano che lo scuolabus arrivasse nei pressi di casa, mai avrebbero potuto immaginare che fermasse a distanze chilometriche… Siamo al paradosso, allora con quel foglio potrebbero pure fermare a via Portuense davanti al Comune solo perché c’è scritto che i ragazzi posso tornare da soli? Ma ci stanno prendendo in giro?»
La rabbia monta: «Questa situazione è grave perché coinvolge dei minorenni, perché poteva essere evitata, perché non è possibile che a fare le spese di contrasti interni o malaorganizzazione debbano essere sempre le famiglie. Chi ci tutela? Perché il Comune non agisce? Quando avremo certezza di orari, tempi, linee, tariffe e metodi di pagamento?».
Domande che aspettano risposte.

Redazione
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