venerdì, Aprile 26, 2024

’’Strade trasformate in immense distese di fango’’

Non sono mancate, in occasione della commemorazione dei morti dell’alluvione dell’81, alcune testimonianze importanti, anche di chi ha avuto in famiglia un lutto. «Eravamo tre ragazzini quel maledetto due ottobre – ricorda Pierluigi D’Emilio – tre fratellini che, come ogni mattina, si preparavano per andare a scuola. Ricordo il volto preoccupato di mio padre davanti a quel fiume d’acqua che da via Pontenuovo e dalla Vecchia Aurelia scendeva infrangendosi sul muretto di casa nostra. Ricordo che si iniziava a temere che crollasse e Angelo, dal piano di sotto, salì da noi che eravamo al piano superiore. Si stava in casa mentre mio papà ed il vicino continuavano a controllare la situazione. In un raro istante di tregua riuscirono a spostare le auto che nel mentre erano state trascinate in mezzo alla strada dalla furia dell’acqua. Non c’erano cellulari allora, e si provava a chiamare i parenti con il telefono di casa. Per fortuna si riuscì a parlare ed assicurarci che tutti stavano bene. Finito il diluvio cominciarono a sentirsi delle voci che parlavano di morti. La situazione era chiara anche a noi bimbi che vedevamo quella che per noi era la nostra strada, trasformata in una immensa distesa di fango e detriti. Poi l’arrivo dell’esercito con quegli uomini in divisa che per giorni spalarono fango. I feriti, i morti, il lento ritorno alla normalità. Ma una ferita immane sul corpo della città era stata inferta dalla furia della natura. Un pensiero a coloro che non ci sono più, ed una preghiera affinchè vengano prese tutte le misure necessarie per far si che non accada più. Ad oggi purtroppo non è così».

Redazione
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