venerdì, Aprile 26, 2024

Civitavecchia, comunali spinti verso Acea

Che al balcone del Comune sventoli la bandiera di colore rosso, bianco, nero o cane che fugge, poco importa: chi governa Civitavecchia è da sempre amico e sostenitore di Acea. A consegnarci questo dato di fatto è la storia della città e dei suoi amministratori, figure ambizione, pronte a schierarsi contro tutto e tutti quando è all’opposizione, per poi cambiare idea e rinnegare i loro stessi principi una volta al potere. ‘‘Acea male assoluto’’, lo ripeteva spesso la sinistra quando per la prima volta con il sindaco di centrodestra De Sio si parlava della possibilità di cedere la gestione dell’acqua pubblica.

Erano tempi diversi, i fornitori di acqua erano cinque: Medio Tirreno, Nuovo Mignone, Oriolo, Siit e Acea. Quest’ultima sempre al centro di polemiche politiche, o per fatti legati alle portate idriche concesse, o per la paura che avrebbe messo le mani sulla gestione dell’intero sistema idrico. Cauta la maggioranza, scatenata – nemmeno a dirlo – l’opposizione, da sempre per il no. Cambiano i tempi e alla guida dell’amministrazione i Ds e la Margherita, antenati del Pd, mettono Gino Saladini. E tutti ricorderanno il tentativo di quella maggioranza di passare ad Acea, con un centrodestra all’opposizione che gridava forte il suo dissenso. Ma nel giro di poco tempo a fare il sindaco arriva Gianni Moscherini, sostenuto dalla vecchia opposizione di Saladini: le cose cambiano e Acea da nemico giurato diventa scelta percorribile. Fuoco e fiamme da parte del Pd seduto tra i banchi dell’opposizione, fino a quando – cinque anni dopo – al Pincio arriva Pietro Tidei. Si ricomincia: l’amministrazione torna a dialogare con Acea sul passaggio di gestione, ma a strillare dall’opposizione c’è il vecchio centrodestra, al quale si aggiungono i neonati grillini.

Movimento 5 Stelle contro la privatizzazione dell’acqua, ma basta una sentenza che obbliga al passaggio della gestione dell’idrico ad Acea Ato2, per aprire un mondo agli attuali amministratori provetto, capaci di negare anche l’innegabile. Nessuno strilla più, nessuno protesta, solo timidi post su facebook per difendere un’amministrazione allo sbando, pubblicati dai grillini fedeli a cinque stelle cadenti. Abbassano la testa, obbediscono, ma non gradiscono chi glielo fa notare. Si aggrappano alla sentenza del Consiglio di Stato come fa chi sta per annegare e nota un salvagentee, definiscono ‘‘fake news’’ l’informazione locale e parlano di omissioni volontarie negli articoli. Ed è vero, una omissione c’è stata (e ci scusiamo con i lettori), semplicemente per consentire l’approfondimento della notizia che riportiamo oggi. Il sindaco Antonio Cozzolino, mortificato e straziato dall’obbligatorio passaggio della gestione dell’idrico ad Acea Ato2, ha trovato già il modo di aprire un fruttuoso dialogo con la Spa, sacrificando sull’altare della partnership addirittura i dipendenti comunali. Proprio così: se il destino dei dipendenti di Hcs addetti all’idrico sembrerebbe segnato, ora la stessa cosa può dirsi degli impiegati amministrativi del Comune. Il sogno di politici del Movimento 5 Stelle, che non ha mai amato il lavoro svolto dai dipendenti del Pincio, è proprio quello di liberare poltrone (mica le loro ovviamente), cominciando dagli impiegati amministrativi che hanno a che fare con l’idrico.

L’idea è quella di trasferire tutti ad Acea. Un’idea folle ovviamente e qualcuno a Cozzolino lo ha già fatto notare, ma il sindaco ci ha provato ancora una volta e a scapito dei lavoratori. Tentativi maldestri, che poco si sposano con il dolore che Cozzolino e i suoi affermano di provare a causa degli effetti della sentenza del Consiglio di Stato. L’arrivo di Acea – come detto in precedenza – creerà di sicuro degli amministratori contenti. Saranno altri, cittadini e lavoratori a farne le spese e a subire gli effetti di questa nuova sventura. (seapress)

Redazione
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