sabato, Aprile 20, 2024

Roma, colpo al Clan Spada, emesse 32 misure cautelari in carcere

Roma – Alle prime ore di questa mattina, il Personale della Squadra Mobile della Questura di Roma e dei Carabinieri del Gruppo di Ostia hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, a carico di diversi esponenti del clan Spada, tra cui Roberto, noto ai media per la recente aggressione ai danni del giornalista Rai Daniele Piervincenzi. Unica ordinanza non eseguita sembra essere quella a carico di AMNA NADER, detto l’Egiziano, che attualmente risulta latitante e non presente sul territorio.
Tutti gli interessati alle ordinanza sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso che si avvale della forza di intimidazione e della condizione di assoggettamento omertoso che ne deriva, con l’obiettivo di commettere diversi reati, tra cui omicidio, estorsione, detenzione di armi e di esplosivi, traffico di stupefacenti e controllo di attività economiche e appalti pubblici.
L’attività degli inquirenti ripercorre l’ultimo decennio di indagini effettuate nel territorio di Ostia ed evidenzia l’ormai profonda penetrazione della criminalità organizzata nelle attività economiche del litorale. È in atto, da anni ormai, un continuo riposizionamento delle zone di influenza, come dimostrano le continue serie di attentati e atti intimidatori commessi dal clan Spada: tra questi spicca la recente gambizzazione di Massimo Cardoni o il duplice omicidio di Giovanni Galleoni capo indiscusso del clan Baficchio, e di Francesco Antonini, risalenti al 2011; omicidi che hanno segnato la progressiva erosione del potere criminale dei Baficchio e la definitiva ascesa del clan Spada.
L’odierna indagine, denominata “ECLISSI”, è stata sviluppata attraverso numerosi servizi di intercettazione telefonico/ambientale e si è avvalsa del contributo di quattro collaboratori di giustizia con l’obiettivo di far luce sull’influenza criminale esercitata dai componenti del Clan, ognuno dei quali aveva ruoli e compiti ben precisi.
L’indagine ha inoltre fatto luce sul duplice omicidio di Galleoni e Antonini, avvenuto ad Ostia Lido nel novembre 2011: Carmine e Roberto Spada, in questo specifico episodio, concorrevano in qualità di mandanti, ad esplodere materialmente i colpi nei confronti delle vittime erano invece Ottavio Spada e Amna Nader (fuggito poi immediatamente all’estero); Ruben Alvez svolgeva infine il ruolo di palo e di autista per la fuga dopo la sparatoria.
Fu proprio il duplice omicidio di Galleoni ed Antonini a segnare l’inesorabile ascesa al potere del clan Spada, forte anche dell’alleanza con la famiglia Fasciani e dell’indebolimento dei Baficchio.
L’alleanza tra gli Spada e i Fasciani è stata confermata non solo dai collaboratori di giustizia, ma anche dalle progressive investigazioni, attraverso cui è stato inoltre scoperto l’invio di somme di denaro simboliche da parte della famiglia Spada al detenuto Carmine Fasciani tramite il genero Mirko Mazziotti.
Le indagini hanno tuttavia dimostrato come gli equilibri di Ostia, siano fortemente instabili: lo avvalorano i due attentati di cui è rimasto vittima proprio il boss Carmine Spada, episodi mai denunciati e conosciuti solo grazie alle riprese di videosorveglianza del territorio.
Al centro delle investigazioni si pone però l’inquinamento delle attività economiche sul litorale romano da parte del Clan: molti appartanenti sono infatti risultati soci di fatto in attività di gestione delle sale giochi di Ostia, nonché di numerosi apparecchi elettronici da intrattenimento installati all’interno di esercizi commerciali. Carmine Spada, a tal proposito, agiva continuamente con l’obiettivo di estendere le installazioni delle macchinette non solo ad Ostia Lido, ma anche in altre zone della Capitale.
Numerose risultano essere le conversazioni telefoniche intercettate, nelle quali gli indagati ricercano numerosi locali soprattutto in zona Piazza Vittorio, nonché in località Torvaianica.
In maniera parallela, gli Spada non hanno però mai abbandonato il core business delle estorsioni, attività che ha permesso la progressiva crescita sul territorio, anche attraverso gli scontri con altri gruppi mafiosi.
Tipico in questo ambito il modus operandi adottato dagli SPADA per impossessarsi delle case popolari, ovvero quello di cedere a credito la sostanza stupefacente fino a far raggiungere un indebitamento talmente insostenibile da parte dell’acquirente che l’unica possibilità di estinzione era soltanto attraverso la cessione del proprio appartamento.
L’odierna operazione ha dunque messo in luce il profondo degrado presente sul territorio di Ostia, provocato dal dilagare dei reati commessi dal Clan Spada; un sodalizio che ha fondato la sua potenza sull’organizzazione a base familistica e sulla ripartizione delle competenze, consentendo al complesso dei soggetti chiamati di gravitare in un’area di impunità, scaturente dalla forza minatoria del nome SPADA.

Redazione
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