venerdì, Marzo 29, 2024

Gli italiani preferiscono pagare in contanti

In Italia i pagamenti digitali stanno crescendo, ma non sono ancora la quotidianità. L’uso di carte di credito, prepagate e mobile payment si sta però rapidamente diffondendo, spinto anche dagli elevati livelli di standard di sicurezza e di praticità di questi strumenti. Eppure il contante, nonostante gli svantaggi che comporta, a partire dai rischi di furto o smarrimento, esercita ancora un suo appeal sulle persone e – al di là di fattori esogeni come quelli legati alla più generale alfabetizzazione digitale della popolazione italiana (che fra l’altro, è bene ricordarlo, è una delle più anziane d’Europa: quasi un italiano su 4 ha un’età superiore o uguale ai 65 anni, secondo gli ultimi dati Istat) -, è interessante scoprire quali sono le leve che muovono gli italiani a scegliere un sistema di pagamento piuttosto che un altro.

“Come clinico – spiega a Labitalia Armando De Vincentiis, psicologo, psicoterapeuta e specialista in Psicoterapia dei comportamenti finanziari – posso dire come le persone percepiscano la differenza tra denaro ‘fisico’ e denaro digitale. È importante, infatti, l’esperienza simbolica del denaro e avere della carta moneta tra le mani viene percepita come un’esperienza simbolica a 360 gradi. Ho le banconote che mi passano tra le mani, sento l’odore delle monete, ho il denaro. Una sensazione che –sottolinea l’esperto- induce la persona all’illusione di un maggior controllo rispetto al denaro digitale”. Attenzione però, questo controllo è davvero solo un’illusione.

Nell’esperienza di pagare con una carta o con un’App, prosegue De Vincentiis, “quei soldi non mi sono passati tra le mani e io non li ho percepiti. In qualche modo è come se non li avessi spesi”.
Il concetto di controllo del denaro o meglio della spesa, dunque, gioca un ruolo fondamentale nella relazione delle persone con i soldi. “Certo – afferma De Vincentiis – e, in realtà, avere 500 euro ‘fisici’ in tasca induce a spenderli più rapidamente e rende le uscite meno controllabili, mentre se si usano bancomat o altri pagamenti, anche grazie ai sistemi che oramai tutti i gruppi bancari hanno istituito in aiuto del correntista, dagli sms al controllo da remoto dei propri movimenti, è più semplice e preciso tenere sott’occhio le spese e il budget mensile”. Inoltre lo smarrimento, il furto o la clonazione di una carta possono creare qualche grattacapo organizzativo ma non un danno economico, mentre lo smarrimento o il furto di contante sono sicuramente un danno economico

Di sicuro per molti italiani, il rapporto con il denaro “non è tranquillo, ed è generatore di ansia”, spiega a Labitalia Claudia Scarpati, psicoterapeuta familiare che si occupa anche di disturbi come la dipendenza da shopping. Un’ansia in parte generata anche “dalla crisi economica, dalla penuria di soldi che molte famiglie si sono trovate periodicamente ad affrontare: un fattore che ha reso più ansioso il rapporto col denaro, che è diventato come quello che si ha con un fidanzato che per un po’ c’è, poi sparisce, poi ritorna, ma non si sa quando”.

Sicuramente, spiega l’esperta “il denaro e il suo uso sono ancora argomenti tabù e anche nelle sedute psicoterapiche si fa fatica a far uscire questo argomento”. Invece, per mettere in pratica comportamenti corretti e soprattutto vantaggiosi, bisogna parlarne ed essere informati, anche sulle novità che offre la tecnologia. “Ma anche qui –esemplifica la studiosa- dipende dalla relazione che ho con il tema: l’App per controllare l’estratto conto può essere come la bilancia. So che è in casa e che sarebbe bene pesarsi, ma non la uso per paura di vedere un brutto risultato”.

Anche De Vincentiis insiste sul concetto di “cambiamento veloce della tecnologia cui certamente molte persone fanno ancora fatica ad adattarsi”. Ma alla fine, dice l’esperto “i pagamenti digitali diventeranno pane quotidiano per tutti, anche per le persone anziane. Ci sarà certamente un periodo di passaggio, che di fatto è già iniziato, ma alla fine tutti useranno card, bancomat e app. E’ già successo con l’introduzione dell’euro: all’inizio è stato difficile, ma ora –conclude- usarlo è per tutti una cosa facile e naturale”.

Anche Matteo De Angelis, docente di Digital Marketing alla Luiss di Roma è ottimista: "L’approccio degli italiani alla moneta digitale è destinato senz’altro a migliorare -spiega a Labitalia- e la differenza la faranno le piccole spese: già nel Regno Unito e negli Usa è normale pagare i tre euro del caffè con la carta di credito". Da noi si ricorre invece più spesso al portafoglio.

"Quello della sfiducia nel denaro elettronico mostrata dagli italiani è un tema molto interessante -aggiunge De Angelis- su cui giocano vari fattori. Il primo è il fatto che in Italia ci sono ancora zone, al Sud specialmente, dove la penetrazione digitale non è altissima. Il secondo è la fiducia nel buon fine dell’operazione digitale e nella sua trasparenza. E infine, c’è anche il fatto che in Italia le persone vogliono ancora vivere l’esperienza fisica dell’acquisto. Pagare oggi per avere la merce tra una settimana non sempre piace", conclude.

Esattamente come dovremmo fare con l’esercizio fisico, gli esperti concordano che anche sul fronte dei pagamenti digitali gli italiani dovrebbero fare un po’ di palestra per guadagnare confidenza e acquistare controllo. E in questo caso i consigli sono due: almeno un acquisto digitale alla settimana diverso dalle abitudini precedenti (provate con il giornalaio, o con il bar) ma soprattutto la sana abitudine di consultare l’estratto conto della carta almeno una volta alla settimana (meglio se dallo smartphone) vi renderà cintura nera di controllo in men che non si dica.

Redazione
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