venerdì, Aprile 19, 2024

Ennio Morricone, re delle colonne sonore

di Alessandro Ceccarelli

Quando nel 2007 Hollywood si è finalmente ‘ricordata’ dell’immenso talento del compositore italiano con il Premio Oscar alla carriera, tutto il mondo ha esultato per il prestigioso riconoscimento ad un artista così profondo, universale, complesso e allo stesso tempo popolare. Ennio Morricone ha speso la sua vita per la musica e per il cinema. Nel corso della sua lunga carriera, iniziata nel 1961 con “Il Federale” di Luciano Salce, ha composto oltre 500 colonne sonore per il cinema e per la televisione. Ha collaborato con i più grandi protagonisti della settima arte come Sergio Leone, Giuliano Montaldo, Marco Bellocchio, Bernardo Bertolucci, Carlo Lizzani, Elio Petri, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Tornatore, John Boorman, Terrence Malick, Roland Joffè, William Friedkin, Brian De Palma e Warren Beatty. Oltre all’Oscar nel 2007 Ennio Morricone ha vinto cinque volte il Nastro d’Argento, otto volte il David di Donatello e quattro Bafta, il prestigioso premio della British Film Academy. Infine le sue colonne sonore hanno venduto complessivamente oltre 70 milioni di dischi in tutto il mondo.
La poetica di Ennio Morricone si basa sulla perfetta fusione tra commento sonoro e immagini. Le sue melodie solenni, struggenti e commoventi hanno contribuito in maniera determinante al successo dei film con le musiche del compositore romano. Gli archi, i fiati e i ‘rumori’ tipici del suo stile hanno fatto emozionare il pubblico di ogni parte del mondo. Le colonne sonore più riuscite di Morricone sono quelle nate dallo straordinario sodalizio con il suo amico Sergio Leone. Dalle musiche ironiche e grottesche di “Per un pugno di dollari” (1964) e “Per qualche dollaro in più” (1965), il musicista cambiò il registro per “Il buono, il brutto e il cattivo” (1966), una magica fusione tra momenti eroici, sinfonici e situazioni più brillanti e scanzonate. Con “C’era una volta il West”(1968), Morricone scrive il suo primo capolavoro. Il direttore d’orchestra è stato il primo a capire l’importanza delle musiche anche in chiave narrativa. Morricone scrive il commento sonoro per ogni protagonista del film di Sergio Leone. Le sue composizioni sono in questo funzionali anche per la sceneggiatura e per il montaggio. Un altro aspetto fondamentale e innovativo è che Leone faceva scrivere le musiche a Morricone prima delle riprese. Per il grande cineasta morto nel 1989 il commento sonoro era parte integrante del soggetto. Altro grande successo personale di Morricone furono le musiche di “Giù la testa” (1971) che ebbero un enorme successo di gran lunga superiore al responso del film al botteghino.
Un altro punto di svolta artistico e stilistico nella carriera di Morricone fu il lavoro che fece per un altro film indimenticabile: “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” del 1969 per la regia di Elio Petri. Anche in questa pellicola che fonde vari linguaggi come il thriller, il pamphlet politico e la riflessione psicanalitica kafkiana, Morricone compone un commento sonoro che è uno dei protagonisti assoluti del film. Con il regista Giuliano Montaldo raggiunse l’ennesimo vertice creativo con le musiche di “Sacco eVanzetti” (1971), una delle sue composizioni più celebri e amate. I due anarchici italiani, interpretati da Gian Maria Volontè e Riccardo Cucciola e ingiustamente giustiziati nel 1927, scaturirono il memorabile tema principale, una formidabile ballata di Ennio Morricone con i testi di Joan Baez. Il grande prestigio e la creatività di Ennio Morricone conquistarono anche alcuni grandi registi internazionali. Il compositore collaborò con Maximillian Shell per “Assassinio sul ponte” (1975), con William Friedkin per “L’Eretico” (1977), ottimo e inquietante il commento sonoro e per “Io giorni del cielo” di Terrence Malick. I lavori migliori di Ennio Morricone per registi stranieri sono senza dubbio la straordinaria colonna sonora di “Mission” (1986) di Roland Joffè e “Gli intoccabili” di Brian De Palma. Si tratta di due veri e propri capolavori che hanno profondamente caratterizzato i due film e contribuito al loro grande successo di pubblico.
Per ultimo vogliano ricordare il vertice creativo della straordinaria carriera del compositore romano: la colonna sonora di “C’era una volta in America” (1983), l’ultima monumentale opera del compianto Sergio Leone. Per questo sofferto film il cineasta fece appello a tutte le sue energie creative, estetiche e stilistiche. La scelta di Ennio Morricone fu inevitabile. La musica era infatti un aspetto fondamentale nella vicenda dei tre protagonisti dagli anni Trenta agli anni Sessanta. Ennio Morricone scrisse le composizioni diversi mesi prima dell’inizio delle riprese in modo che i tre attori protagonisti (Robert De Niro, James Woods ed Elisabeth McGovern) potessero recitare con le solenni musiche del maestro. L’effetto fu straordinario: il commento sonoro di Morricone contribuì profondamente alla rappresentazione delle forti emozioni del film: dalla struggente malinconia, ai tanti rimpianti, ai rimorsi, al tradimento, all’amore perduto e all’amicizia infranta. Un’apoteosi sonora emozionale che suggella Ennio Morricone come uno dei più grandi autori di musiche da film di tutti i tempi.

Redazione
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