venerdì, Aprile 19, 2024

Casamonica, tentato omicidio e rapina: tre arresti alla Romanina

Tre persone sono finite in carcere alla Romanina per tentato omicidio e rapina. Tra gli arrestati anche un noto esponente dei Casamonica. Martedì mattina, gli agenti della Polizia di Stato del commissariato Romanina diretto da Laura Petroni, come disposto dalla Procura di Roma, hanno dato esecuzione a 3 ordinanze di applicazione di misure cautelari personali per le ipotesi di reato di tentato omicidio e rapina, in concorso, a carico di: F. Casamonica detto “Massimo”, 42enne con precedenti di polizia per delitti contro il patrimonio e la persona; G. Casamonica detto “Pippo”, 19enne con precedenti di polizia per delitti contro il patrimonio e figlio di "Massimo" e un bosniaco del 1987, S.R. le iniziali, con precedenti di polizia per delitti contro la persona ed il patrimonio.
L’attività investigativa ha avuto inizio a seguito di una violenta aggressione avvenuta nel novembre 2017 in via Fratelli Marchetti Longhi nei confronti di un cittadino nigeriano che, dopo essere stato rapinato dei propri effetti personali e colpito al torace con numerosi fendenti, veniva trasportato, in codice rosso, al Policlinico “Casilino” e ricoverato in prognosi riservata. Nonostante la gravità delle ferite, la vittima era riuscita a raccontare ai poliziotti la dinamica di quanto accaduto: nella tarda mattinata del 24 novembre scorso aveva visto i due Casamonica insieme al cittadino bosniaco, intenti ad impossessarsi di effetti personali e capi di abbigliamento (40 paia di scarpe) che poi venivano venduti nei mercatini rionali, prelevandoli da un furgone adibito a “magazzino” parcheggiato all’interno del cortile dell’abitazione di via Fratelli Marchetti Longhi. A quel punto la vittima, dopo aver sfilato le chiavi del mezzo per impedirgli di allontanarsi, aveva chiesto spiegazioni su tale attività ma per tutta risposta, era stato prima percosso dal giovane Casamonica che cercava di riprendersi le chiavi del mezzo e poi colpito con fendenti dal padre, presumibilmente con un cacciavite. Le successive indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati contro il patrimonio, hanno consentito agli investigatori di ricostruire dettagliatamente l’intera vicenda attraverso le dichiarazioni della vittima e dei testimoni, dalle quali emergeva una chiara condotta criminale, continuata nel tempo, soprattutto da parte di C.F. e da suo figlio C.G..Dalle testimonianze inoltre, emergeva un clima di forte tensione tra gli “inquilini” (10 famiglie) dei monolocali di proprietà di una famiglia appartenente al noto clan criminale, costruiti all’interno del cortile sito in via F. Marchetti Longhi e i predetti proprietari, in quanto la volontà dei primi ad avere un regolare contratto d’affitto si scontrava con quella dei secondi che, operando in spregio a tutte le normative, quando veniva richiesto loro di formalizzare il contratto di locazione con regolare atto scritto, facevano valere ogni qual volta ce ne fosse stato bisogno la forza del gruppo. In un’occasione, "Massimo" Casamonica aveva cambiato arbitrariamente la serratura di un immobile affittato, sottraendo, con la violenza, effetti personali (televisori, vestiti, scarpe, piccoli oggetti in oro) a titolo di “risarcimento” per asseriti mancati introiti d’affitto arbitrariamente aumentato, giungendo persino, in un’altra occasione, a togliere gli infissi (porta e finestre) a un monolocale per renderlo inutilizzabile. Al termine delle operazioni di rito, il giovane Casamonica e il cittadino bosniaco sono stati portati a “Regina Coeli” mentre a carico di "Massimo" Casamonica, il provvedimento restrittivo gli è stato notificato presso il medesimo Istituto Penitenziario, dove si trova ristretto per gli stessi gravi reati.

Redazione
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