venerdì, Aprile 26, 2024

Roma, sgomberato il Camping River, ma in decine non accettato l’assistenza alloggiativa del Comune

Ed alla fine il Camping River di Roma è stato sgomberato dai residenti rom, nomadi e caminanti. Tutto in poche ore ma sono comunque poche le famiglie che hanno accettato le soluzioni alternative proposte dall’Amministrazione di Roma Capitale. In decine hanno avvertito che resteranno fuori dagli ingressi del campeggio fino a che non sarà trovata una soluzione soddisfacente. Il nodo per queste famiglie è restare unite e, secondo loro, questo non sarebbe parte della proposta fatta dall’Amministrazione, ovvero, ci sarebbe una polverizzazione in luoghi diversi delle varie famiglie.
Fino a mezzogiorno, un solo nucleo familiare aveva accettato il trasferimento in una struttura dell’accoglienza offerta dal Comune che consente al nucleo di restare unito. Le persone che avrebbero dato disponibilità a trasferirsi in centri di accoglienza sarebbero comunque una ventina, una minoranza rispetto al numeri degli ormai ex ospiti del campeggio
Sulla necessità di soluzioni alloggiative alternative si era espressa nei giorni scorsi la Corte europea. Negli ultimi 5 giorni altre 10 persone (oltre a 14 già partite e a 5 che stanno per farlo) hanno accettato il rientro volontario assistito nel loro Paese di origine intraprendendo questo iter e ricevendo in cambio dei soldi dall’Amministrazione di Roma Capitale. Allo stato i numeri sono questi e potrebbero cambiare nelle prossime ore: 43 le persone sgomberare che hanno accettato, previa visita alle strutture, la presa in carico presso il circuito d’accoglienza di Roma Capitale. Altri cinque invece hanno concluso l’iter per tornare in Romania, mentre altri dieci hanno dato la disponibilità ad avviare l’iter per il rimpatrio. In totale all’interno del campo quando polizia locale e forze dell’ordine sono entrate per iniziare lo sgombero erano presenti circa 250 persone (non si considerano ovviamente le persone che pur abitando lì non erano presenti).
Gravi criticità sullo stato di salubrità dell’area – Alla base dello sgombero c’è un’ordinanza sindacale firmata a metà luglio che parla della "sussistenza di gravi situazioni di criticità inerenti lo stato di salubrità dell’area" sulla base dei recenti rapporti dell’Arpa e della Asl. Si riteneva "inderogabile adottare le necessarie misure volte a salvaguardare nell’immediatezza le condizioni igienico-sanitarie dell’area e la salute delle persone ancora presenti nell’insediamento nonché dei cittadini che vivono nelle zone circostanti".
Intanto è polemica sull’azione della Polizia di Roma Capitale che ha materialmente eseguito lo sgombero, una parte dei rom accusa gli agenti di comportamenti violenti, quasta una delle testimonianza: "Questa mattina sono venuti per buttarci fuori, ci hanno trattato come animali. C’è stata violenza, hanno spinto le donne e usato lo spray al peperoncino su una signora. Qualcuno è uscito volontariamente, qualcuno è svenuto, le donne strillavano. Io sto andando a prendere la mia roba non so dove andrò". La testimonianza è di Florin, 31 anni, uno dei nomadi del campo. A chi glielo ha chiesto Florin ha anche spiegato che non è stata usata violenza contro i bambini. E i Vigili, comunque escludono ogni episodio di violenza nei confronti dei residenti del River, per tutti parla il Comandante Di Maggio: "Tutto si è svolto nella massima regolarità, le persone sono state invitate a uscire e non abbiamo usato nessuna forma di coazione fisica, vuol dire che non abbiamo usato manette o allontanato le persone con la forza, non abbiamo usato spray al peperoncino, armi da fuoco e manganelli, che non abbiamo". L’unica forza utilizzata, continua Di Maggio, è stata quella del "convincimento a uscire, cosa che le persone hanno fatto".

Redazione
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