giovedì, Aprile 25, 2024

Nessuna manomissione sui video del crollo di Ponte Morandi, chiarito il giallo. Toninelli (Infrastrutture) su lle concessioni: “Perfetto scandalo bipartisan”

Il black out delle telecamere di Autostrade, che non hanno ripreso il momento del crollo del ponte Morandi, non è stato causato da una manomissione. E’ quanto emerge dalle indagini della squadra mobile di Genova che ha risolto il giallo sul video interrotto. Sempre in queste ore è spuntato un nuovo video di una telecamera fissa di una azienda, con sede in corso Perrone che riprende chiaramente il momento del crollo di ponte Morandi dello scorso 14 agosto. Il video è in mano agli investigatori e non è stato diffuso. "Le immagini – ha spiegato il procuratore Francesco Cozzi – non le possiamo divulgare per motivi investigativi. Se i vari testimoni oculari che stiamo sentendo le vedessero rischierebbero di raccontarci una versione inquinata di come sono andate esattamente le cose. E così ci permette anche di escludere mitomani che possano inventarsi le cose". C’è poi la parte politica della vicenda Morandi e anche in questo primo sabato di settembre c’è da registrare la nuova presa di posizione, l’ennesima sulla vicenda, del ministro delle Infrastrutture Toninelli che definisce il contratto tra lo Stato e Autostrade per l’Italia, “un perfetto scandalo bipartisan, una vergogna consumata a mio avviso alle spalle dello Stato e dei cittadini. Ora che sono passate due settimane dal disastro e che la società ha reso noto il contratto – fino a quel momento segretato – per la gestione del 50 per cento della rete autostradale italiana Toninelli, in un’intervista al direttore di TiscaliNews Giuseppe Caporale, fa il punto della situazione.
Ministro, com’è nato questo ormai famoso contratto d’oro tra lo Stato e Autostrade per l’Italia? Chi possiamo considerarne il fautore?. “Siamo – risponde Toninelli – di fronte a un perfetto scandalo bipartisan, una vergogna consumata a mio avviso alle spalle dello Stato e dei cittadini. Mi riferisco all’atto più importante: alla “Convenzione unica” del 2007 (che ha sostituito gli accordi già in essere dal 1999 ndr) siglata dal secondo governo Prodi e blindata subito dopo normativamente da Berlusconi nel 2008. Guardi, purtroppo si tratta del solito sistema dei vecchi partiti”. Secondo lei qual è l’aspetto più grave di questo contratto? “Secondo me, una delle anomalie peggiori – risponde il ministro delle Infrastrutture – sta nel ginepraio regolatorio che genera confusione di ruoli sulle verifiche di sicurezza. Ma per fortuna il Codice della strada addebita chiaramente la responsabilità sostanziale al concessionario”. Come avvenne questa privatizzazione? “Beh – replica Toninelli – andatelo a chiedere ai governi di centrosinistra di fine anni Novanta. Chiedetelo ad esempio a Massimo D’Alema, secondo cui fu giusto svendere i gioielli di Stato ai soliti “prenditori” per un piatto di lenticchie”. Perché questo accordo genera alla società Autostrade per l’Italia degli utili così alti? Dipende dal tipo di contratto o dall’effettivo valore della rete? “Basta guardare – risponde il ministro – i cosiddetti parametri K e X della convenzione, che hanno giustificato i clamorosi aumenti delle tariffe a fronte di investimenti calanti. D’altronde i privati hanno gestito un monopolio naturale senza vera concorrenza e senza rischi di impresa”.

Redazione
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