giovedì, Aprile 25, 2024

Terreni per lo Stadio dell’As Roma, verso il rinvio a giudizio per 19 persone

Quella del costruttore Parnasi e dei suoi cinque collaboratori era una associazione a delinquere nata con l’obiettivo di “commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione al fine di ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del nuovo stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali riconducibili all’operatività del sodalizio”

La Procura di Roma ha chiuso l’indagine sui terreni destinati ad ospitare lo Stadio dell’As Romache lo scorso 13 giugno ha portato a nove arresti. Potrebbero finire alla sbarra 19 persone tra politici, imprenditori e funzionari dello Stato e degli enti locali, fra queste il costruttore Luca Parnasi, che è stato il protagonista assoluto dell’inchiesta sull’impianto sportivo che dovrebbe sorgere nella zona di Tor di Valle; cinque suoi stretti collaboratori: Gianluca Talone, Simone Contasta, Giulio Mangosi, Nabor Zaffiri, Luca Caporilli. E Luca Lanzalone, ex presidente di Acea, l’uomo che a inizio 2017 faceva da referente di fatto del Campidoglio nella trattativa con  la società Eurnova per la costruzione del nuovo impianto sportivo e che lo stesso Parnasi definiva ‘Wolf’, come il noto ‘risolvi-problemi’ interpretato da Harvey Keitel nel film Pulp Fiction. Nell’inchiesta della Procura di Roma, a rischiare il processo sono finiti anche politici tra cui Adriano Palozzi, all’epoca dei fatti vicepresidente del consiglio regionale del Lazio per Forza Italia, Michele Civita, ex assessore regionale e attuale consigliere del Pd, Davide Bordoni, consigliere capitolino di Forza  Italia e il soprintendente ai beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti.
Quella del costruttore Parnasi e dei suoi cinque collaboratori era una associazione a delinquere nata con l’obiettivo di “commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione al fine di ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del nuovo stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali riconducibili all’operatività del sodalizio”, si legge nell’avviso di conclusione delle indagini. Secondo i pm, Parnasi, “capo ed organizzatore” dell’associazione a delinquere di cui facevano parte Caporilli, Mangosi, Zaffiri, Talone e Contasta avrebbero “avvicinato pubblici ufficiali” e “compiuto operazioni di intermediazione illecita” con la “promessa di dazione di denaro e di altre svariate utilità”.  I pm ipotizzano anche una presunta corruzione nell’ambito della variante del progetto per lo stadio che dovrebbe sorgere nella zona di Tor di Valle, licenziato nel febbraio dello scorso anno col taglio del 50% delle cubature rispetto al progetto iniziale.  A rischio processo figurano anche Claudio Santini, ex capo di gabinetto al Mibac e l’architetto Paolo Desideri, Vanessa Aznar Ababire, amministratrice formale della Pixie Social Media srl, di cui Palozzi era amministratore di fatto, Daniele Leoni, funzionario del Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma, Giampaolo Gola, assessore allo sport del X Municipio, Fabio Serini, commissario straordinario dell’Ipa, Luciano Costantini, dello studio Lanzalone, Stefano Sonzogni e Mariangela Masi. La parte dei finanziamenti dati dal costruttore Luca Parnasi a fondazioni e partiti è stralciata dai pm capitolini. Si indaga in particolare su 150mila euro dati dall’imprenditore alla Fondazione Eyu, vicina al Pd, e sui 250mila arrivati all’associazione Più Voci, vicina alla Lega. In questo filone è inclusa la posizione dell’ex capogruppo M5S in Campidoglio Paolo Ferrara, autosospesosi dal Movimento a seguito dell’inchiesta nella quale è stato iscritto per aver ricevuto presunti favori da Parnasi. Tra i nomi per i quali i pm hanno già invece chiesto l’archiviazione ci sono il presidente del Coni, Giovanni Malagò e gli avvocati Mauro Vaglio e Daniele Piva.
Redazione
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