mercoledì, Aprile 24, 2024

Il maltempo ha messo l’Italia in ginocchio, devastazioni per miliardi di euro. Borrelli (Protezione civile): “Situazione apocalittica”

Secondo quanto stimano Coldiretti e Federforeste, a essere abbattuti sono stati soprattutto faggi e abeti bianchi e rossi nei boschi              dal Trentino all’Alto Adige, dal Veneto al Friuli, dove ci vorrà almeno   un secolo per tornare alla normalità

“Dobbiamo partire subito perché se attendiamo la conta dei danni ci attiveremo almeno tra due mesi. Abbiamo una sofferenza in tutta Italia, ma in questo territorio è molto più pesante”. Lo ha detto a Belluno il capo della Protezione civile Angelo Borrelli all’incontro con il governatore veneto Luca Zaia, al termine del sopralluogo sulle zone colpite dal maltempo. “La situazione è pesante, apocalittica, strade devastate, tralicci piegati”. Mentre il meteo non dà tregua, si iniziano a contare i danni del maltempo in gran parte della Penisola. Secondo le stime di Coldiretti insieme a Federforeste l’ondata di piogge ha provocato “la strage di 14 milioni di alberi compromettendo l’equilibrio ecologico e ambientale di vaste aree montane e mettendo a rischio la stabilità idrogeologica”. Secondo quanto stimano Coldiretti e Federforeste, a essere abbattuti sono stati soprattutto faggi e abeti bianchi e rossi nei boschi dal Trentino all’Alto Adige, dal Veneto al Friuli, dove ci vorrà almeno un secolo per tornare alla normalità. Nei boschi si trova una grande varietà di vegetali e una popolazione di mammiferi, uccelli e rettili che per il disastro è stata sconvolta, mentre – sottolinea la Coldiretti – la mancanza di copertura vegetale lascia il campo libero a frane e smottamenti in caso di forti piogge. In una situazione in cui “l’Italia importa circa l’80% del legno che consuma, al danno ambientale si aggiunge – continua la Coldiretti – quello economico con importanti ripercussioni sull’intera filiera del legno e la perdita di posti di lavoro, in aree spesso difficili. Senza dimenticare – continua la Coldiretti – gli effetti paesaggistici e sul turismo con le attività legate alla raccolta dei frutti del bosco come i funghi in forte espansione”. Il sopralluogo del Presidente del Veneto, Luca Zaia, nella zona del Bellunese martoriato dal maltempo ha fornito “contezza” della tragedia che si è consumata il 27 ottobre. Accompagnato dal Capo della Protezione Civile nazionale, Angelo Borrelli e dall’assessore Gianpaolo Bottacin, coordinatore dell’unità di crisi attivata dalla Regione, il governatore ha fatto il punto della situazione. “Sono ancora 8 le frazioni isolate – ha sottolineato – un centinaio di persone sono state evacuate, ma la situazione è ancora drammatica. Qui non si tratta di recuperare una situazione di un distretto industriale perché la fabbrica di quel territorio è il paesaggio stesso che è stato distrutto. Ci sono100 mila ettari di bosco che non c’è più, ci sono frane ovunque, una centinaio di chilometri di strade da rifare. Dobbiamo intervenire subito – ha ribadito Zaia – perché qui c’è il rischio serio di spopolamento e questo aspetto ci preoccupa moltissimo”. Il presidente del Veneto ha quindi rivolto un appello accorato: “Siamo una squadra che sa che dobbiamo salvare la nostra montagna, le nostre Dolomiti che sono patrimonio dell’umanità. Questa visita è stata utilissima per vedere i danni. Abbiamo visto gente spalare da sola, una desolazione, un paesaggio lunare perché anche se oggi splende il sole, lì non c’è il sole. Per cortesia, quindi, non intasate i luoghi della tragedia per fare foto o selfie. E soprattutto – ha concluso Non abbandonate la montagna, quando si potrà andate a sciare, andate a mangiare, noi la recupereremo tutta la nostra montagna”. L’ondata di maltempo prosegue anche in Emilia-Romagna con un’allerta arancione che riguarda la pianura emiliana orientale e la costa ferrarese e criticità gialla per la pianura emiliana centrale. Entrambi gli avvisi, riferisce l’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile per l’Emilia-Romagna e da ARPAE, sono dovuti alla propagazione della piena del Po. Il colmo di piena transiterà nel pomeriggio del 3 novembre alla sezione di Casalmaggiore, nella notte tra il 3 e 4 novembre alla sezione di Boretto, nella giornata del 4 novembre nelle sezioni di Borgoforte e Sermide e nelle prime ore del 5 novembre nella sezione di Pontelagoscuro. Atteso un intensificarsi di precipitazioni deboli e irregolari nella serata di domenica 4 novembre. Fa i conti su quanto accaduto e sui danni procurati, anche la Regione Liguria: “Oltre ai 20-30 milioni di euro di danni di somma urgenza, quellii al sistema Liguria credo che ammontino a diverse centinaia di  milioni”. Questa la stima delle ferite del maltempo fatta dal governatore Giovanni Toti alle strutture pubbliche. Secondo Toti, la mareggiata che si è abbattuta sulla Liguria era “quasi imparabile” ed obbliga le istituzioni a “ripensare le opere a mare” per la difesa della costa. Tra le priorità dell’ordinanza di protezione civile Toti chiede di inserire la “sospensione delle tasse e dei mutui” per le famiglie e le imprese danneggiate. “Stiamo elaborando con il Governo in queste ore il riconoscimento dello stato di emergenza. Con il capo dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli abbiamo fatto un accurato sopralluogo, le richieste che facciamo sono molto simili con quelle di tutti i territori colpiti dal maltempo”, ha detto Toti. “Non sarà una cosa facile né rapidissima ma contiamo per l’estate prossima di restituire Portofino a tutti i milioni di turisti che vengono a visitarlo”. Lo ha detto il governatore Giovanni Toti oggi a margine di un sopralluogo a S.Margherita e Portofino dopo la mareggiata che ha devastato la costa ligure. “Apriremo la strada sussidiaria sul monte dietro Portofino per non lasciare isolato il paese in caso di mareggiate poi comincerà un progetto per mettere in sicurezza e ripristinare la strada di collegamento”. Dalla mezzanotte di domenica 4 novembre sarà attivo il numero di solidarietà 45500 per Friuli Venezia Giulia, Veneto e Liguria. Lo rendono noto dal Viminale. Situazione difficile anche nel Lazio, dove il Presidente della Regione è pronto a chiedere lo stato d’emergenza.
Redazione
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