giovedì, Aprile 18, 2024

Stress test, le banche italiane superano la prova

La prima authority di vigilanza ha pubblicato gli esiti degli stress test, condotti su 48 istituti europei, che rappresentano il 70 per cento degli asset totali in Europa: Intesa SanPaolo, Unicredit, Banco Bpm e Ubi banca hanno superato il banco di prova senza problemi sul capitale

Le banche europee, comprese quelle italiane, sono più forti e meglio equipaggiate per resistere agli shock rispetto al passato e, in particolare, agli stress test di due anni fa. Lo dicono in coro Eba, Bce e Bankitalia. La prima authority di vigilanza ha pubblicato gli esiti degli stress test, condotti su 48 istituti europei, che rappresentano il 70 per cento degli asset totali in Europa: Intesa SanPaolo, Unicredit, Banco Bpm e Ubi banca hanno superato il banco di prova senza problemi sul capitale. Pur non esistendo, in questa edizione, una soglia minima di Cet1 per definire una promozione o una bocciatura, assumendo come soglia critica un Cet1 al 5,5%, tutti gli istituti italiani sono rimasti ampiamente sopra i livelli di rischio. Tra le difficoltà da affrontare mantenendo un patrimonio elevato, c’era una forte recessione (fino al -2,7% di Pil in tre anni), la crescita della disoccupazione, il crollo dei prezzi delle abitazioni e un’inflazione più bassa del previsto. Intesa SanPaolo, la migliore, nello scenario avverso al 2020 subirebbe un calo del coefficiente patrimoniale Cet1 dal 13,27% di fine 2017 al 10,4%; nello scenario base, il Cet1 sarebbe del 13,04%. Unicredit, nello scenario avverso registrerebbe un Cet1 ratio al 9,34%, 346 punti base in meno rispetto al Cet1 ratio a fine dicembre 2017. Nello scenario base, invece, il Cet1 sarebbe al 13,76%, 96 punti base in più rispetto a fine dicembre 2017 (12,8%). Banco Bpm nello scenario avverso riporterebbe un Cet1 all’8,47% contro il 13,94% registrato a fine 2017, nello scenario base salirebbe al 15,7%. Ubi banca avrebbe un capitale dell’8,32% nello scenario avverso e del 12,49% nello scenario base contro l’11,7% di fine 2017. Per Carlo Messina, ceo di Intesa Sp, “i risultati degli stress test collocano Intesa Sanpaolo ai vertici europei e confermano la nostra banca un chiaro vincitore di questo esercizio”. Parallelamente agli stress test Eba, Francoforte ha condotto un esercizio parallelo su 33 banche vigilate, comprese gran parte delle italiane, fatta eccezione per Mps – che è in fase di ristrutturazione – e Iccrea banca, che ha appena finito il Comprehensive Assessment. L’esito degli stress, di cui la Bce non ha pubblicato i risultati, è confortante secondo le parole di Danièle Nouy, presidente del Consiglio di vigilanza della Bce. “Le banche partecipanti all’esercizio – ha detto – presentano una capacità di tenuta agli shock macroeconomici maggiore rispetto a due anni fa. Anche grazie alla nostra azione di vigilanza, le banche hanno aumentato considerevolmente la loro dotazione di capitale, riducendo allo stesso tempo i crediti deteriorati e, tra l’altro, migliorando i controlli interni e il governo dei rischi”. E’ del suo stesso avviso Mario Quagliariello, direttore del dipartimento Economic Analysis and Statistics dell’Eba: “Il risultato dello stress test mostra che gli sforzi delle banche per costruire la propria base di capitale negli ultimi anni hanno contribuito a rafforzare la loro capacità di resistenza agli shock gravi”. Nella media, osserva Bankitalia, per le quattro banche italiane incluse nel campione la riduzione media ponderata del Cet1 ratio nello scenario avverso è pari a 3,9 punti percentuali su base fully loaded, “un risultato in linea con quello medio del complesso delle banche dell’Ssm incluse nel campione e con la media totale Eba”. Tra le banche estere, soffre un po’ Barclays, che nello scenario avverso vedrebbe il suo coefficiente patrimoniale Cet1 ridursi di quasi la metà, toccando il 7,28% dal 13,32% registrato al 31 dicembre scorso. Deutsche Bank, nello scenario avverso al 2020 avrebbe un Cet1 pari all’8,14%, in calo dal 14,65% registrato a dicembre 2017. Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, “prende atto con soddisfazione” dell’esito degli stress test, mentre “gli approfondimenti della Banca Centrale Europea e della Banca d’Italia sui risultati degli stress test appaiono all’Abi esaurienti e condivisibili”. Gli stress test del 2018 saranno fondamentali per il prossimo processo Srep: i risultati consentiranno alla Bce di valutare le capacità delle banche di adeguarsi ai requisiti minimi e decidere quale soglia applicare a ciascun caso.
Redazione
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