sabato, Aprile 20, 2024

Roma, blitz della Finanza contro il riciclaggio: emesse 23 ordinanze di custodia cautelare

Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito due decreti di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale dell’amministrazione giudiziaria dei beni connessi ad attività economiche, emessi dal locale Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina, nei confronti di 6 società di capitali e 1 società consortile.
L’odierno intervento si inquadra nella nota operazione “BABYLONIA”, nel cui contesto erano state eseguite, nel 2017, 23 ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei vertici di un’associazione per delinquere dedita al riciclaggio e alla fittizia intestazione di beni, aggravati dal cosiddetto “metodo mafioso”.
In tale ambito gli investigatori, ricostruendo la “carriera criminale” degli appartenenti all’organizzazione, avevano acclarato come il vastissimo patrimonio immobiliare e mobiliare riconducibile agli stessi, anche tramite “prestanome”, fosse del tutto sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, in quanto accumulato, negli anni, reimpiegando gli ingenti profitti dei reati loro ascritti. Conseguentemente, il G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e il Reparto Operativo – Nucleo Investigativo Carabinieri avevano sequestrato beni per oltre 280 milioni di euro, tra cui gli storici bar “Mizzica!” di via Catanzaro e Piazza Acilia, il noto locale della movida romana “Macao” di via del Gazometro e la catena di bar “Babylon Cafe” – oggi in amministrazione giudiziaria – nonché immobili, disponibilità finanziarie, veicoli, quote di capitale e compendi aziendali riferiti a numerosissime imprese, attive principalmente nei settori della ristorazione, dei giochi e delle scommesse e della distribuzione di alimenti e bevande. Mirati approfondimenti investigativi successivamente delegati dalla citata D.D.A. agli specialisti del G.I.C.O. permettevano di accertare plurime condotte agevolatrici dei propositi delittuosi perseguiti dai proposti tramite le società in sequestro.
In particolare, venivano in rilievo i rapporti commerciali intrattenuti da talune delle suddette imprese con il CONSORZIO ITALWORK, attivo nel comparto dell’installazione di impianti elettrici, nonché con ulteriori realtà societarie riconducibili al medesimo gruppo, individuate nella FOOD S.r.l., esercente l’attività di ristorazione, nella GF IMPRESIT S.r.l., operante nel commercio all’ingrosso di prodotti alimentari, e in altre due società di capitali controllate da quest’ultima, la YATCHING CLUB MARE S.r.l., che gestisce servizi di trasporto marittimo, e la PROJECT GROUP S.r.l. del settore dell’impiantistica.
Inoltre, i Finanzieri analizzavano le relazioni economiche tra società del gruppo SCANZANI-VITAGLIANO e la GEAS DISTRIBUZIONE S.p.a., distributrice all’ingrosso di caffè, nonché i connessi rapporti finanziari intrattenuti con la INT. SAMAFIN S.r.l.
Emergevano, in tal modo, numerose cointeressenze tra i proposti e gli imprenditori cui le menzionate società fanno capo, oltre a molteplici operazioni commerciali prive di valide ragioni economiche e strumentali unicamente a favorire l’accesso al credito e consentire indebiti risparmi d’imposta, anche mediante l’emissione di fatture false.
Di qui gli odierni provvedimenti con cui tali società sono state sottoposte alla misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria per la durata di sei mesi, ai sensi dell’articolo 34 del “codice antimafia”, allo scopo – come scrivono i Giudici della prevenzione – di “ripulire l’imprenditorialità altrimenti sana dell’impresa da ogni possibile forma di inquinamento criminoso, per poi riposizionarla… in un contesto economico imprenditoriale caratterizzato da piena liceità e trasparenza”
Redazione
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