giovedì, Marzo 28, 2024

Due giornalisti del settimanale l’Espresso aggrediti violentemente alla commemorazione della Strage di Acca Larentia

Episodio di vero e proprio squadrismo nella Capitale. Due giornalisti dell’Espresso, Federico Marconi e il fotografo Paolo Marchetti, “sono stati violentemente aggrediti” da alcuni “membri del movimento neofascista Avanguardia Nazionale (movimento sciolto da tempo e che continua malgrado le disposizioni di legge a vivere e scendere in piazza ndr) insieme a Forza Nuova e Fiamme Nere”, riuniti cimitero del Verano a Roma per l’anniversario della morte dei militanti di Fronte della gioventù e Movimento sociale italiano Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, uccisi davanti la sede Acca Larentia il 7 gennaio 1978.

“Tra gli assalitori – riferisce l’Espresso – c’era anche il capo romano di Forza Nuova Giuliano Castellino, che nonostante sia sottoposto al regime di sorveglianza speciale si trovava sul luogo infrangendo il divieto imposto”.

“Intorno all’ora di pranzo – ricostruisce il settimanale – il nostro cronista e il fotografo si trovavano a piazzale del Verano. Dopo il ‘presente’ di rito dei camerati al Mausoleo alcuni esponenti dell’estrema destra si sono avvicinati a Marchetti. Con spinte e pesanti minacce gli hanno intimato di consegnargli la scheda di memoria della macchina fotografica.

L’hanno ottenuta ma non contenti, gli hanno chiesto il documento per identificarlo, senza che le forze dell’ordine intervenissero e se questo fatto fosse confermato sarebbe gravissimo e potrebbe addirittura far pensare ad una tolleranza ingiustificata ed ingiustificabile verso i fascisti, cosa che da decenni non si registrava, non solo a Roma ma in tutta Italia.

Al grido ‘L’Espresso è peggio delle guardie un altro gruppo ha accerchiato il nostro giornalista Federico Marconi. Castellino si è avvicinato al nostro cronista e lo ha preso per il collo. Altri lo hanno spintonato, tirandogli anche un calcio sulle gambe e una serie di schiaffi. E ancora il capo di Forza Nuova insieme a uno vecchio militante di Avanguardia Nazionale ha preso al giornalista il cellulare e il portafoglio per identificarlo. Dal telefono hanno cancellato foto e video della giornata. Effetti personali che non gli hanno restituito fino a quando non è intervenuta la Digos che seguiva a distanza l’aggressione”.

 

La sindaca di Roma Virginia Raggi definisce su Twitter ”inaccettabile la violenza” contro i due cronisti. “Roma – sottolinea – condanna ogni forma di violenza e di neofascismo”. Anche il presidente della Camera Roberto Fico condanna con forza l’aggressione. “Un gesto grave da non sottovalutare”, rimarca.

Dal Pd i presidente dei deputati Graziano Delrio parla di “un atto gravissimo” e annuncia: “Chiediamo al ministero dell’Interno interventi rapidi per bloccare immediatamente questi inquietanti rigurgiti di violenza”. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, esprimendo solidarietà ai giornalisti aggrediti, assicura: “L’Italia democratica non si lascerà mai intimidire dai loro metodi”.

La Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Ordine nazionale dei giornalisti esprimono piena solidarietà ai colleghi dell’Espresso vittime di “azioni che non sono degne di un Paese che si definisce civile e che rappresentano purtroppo solo l’ultimo episodio di violenza e intolleranza nei confronti di giornalisti ‘colpevoli’ solo di svolgere il proprio lavoro al servizio dei cittadini e del loro diritto a essere informati”.

“Siamo convinti che i colleghi aggrediti, così come tutta la redazione dell’Espresso, continueranno con ancora più forza e determinazione a ‘illuminare’ un fenomeno, quello del riaffermarsi di frange di estrema destra e gruppi neofascisti in tutto il Paese, rispetto al quale, oltre ad una presa di posizione del Viminale, auspichiamo un’azione più incisiva da parte delle istituzioni – sottolineano – Siamo e saremo al fianco di Federico Marconi e Paolo Marchetti in qualsiasi iniziativa riterranno di voler intraprendere in difesa delle loro persone e della loro professionalità e ci auguriamo che forze dell’ordine e magistratura facciano in fretta chiarezza sull’accaduto, anche in relazione al divieto di ricostituzione del partito fascista”.

Secondo il ministro dell’Interno Matteo Salvini “il posto giusto per chi aggredisce è la galera”. “Uno di loro era sottoposto a sorveglianza speciale? Chiederemo perché era in libertà – assicura -, inoltre in questi giorni saranno finalmente disponibili mille braccialetti elettronici che stavamo aspettando da tempo immemore per sorvegliare persone che non devono andare in giro”.

 

 

Redazione
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