giovedì, Marzo 28, 2024

Ladispoli Città critica il piano rifiuti: “90% fotocopia dell’attuale progetto”

Riceviamo e pubblichiamo – Ascoltando i proclami fatti dal sindaco negli ultimi giorni si ha quasi l’impressione che il nuovo servizio di Igiene Ambiente, preveda grandi innovazioni e vantaggi per la città. Questa illusione svanisce leggendo quel poco che ci è stato concesso, ovvero, il fantasioso Piano Industriale che, nonostante un paio di rimaneggiamenti al photofinish, non dice niente di diverso da quel che prevede l’attuale progetto di gestione dei rifiuti. Una sorta di fotocopia dell’esistente (per il 90% delle 175 pagine prodotte) costata alla collettività 40.000,00 euro e presentata in fretta e furia ai cittadini, prima che tecnici e delegati rispondessero ai dubbi sollevati dalle opposizioni, chiamate solo due volte a valutare un progetto incompleto ma vitale per l’esistenza di un comune sia in termini pratici che economici. Ladispoli Città ha sollevato enormi perplessità su questo Piano Industriale, aumentate dopo la partecipazione alla prima “commissione” consigliare sull’argomento (la seconda si svolgerà oggi pomeriggio, a poche ore dal consiglio). Ad essere onesti, dovremmo definire quella “commissione” come una riunione informativa perchè mancante di atti determinanti a permettere una valutazione completa del progetto proposto. Una “commissione” per giunta viziata dall’approssimazione più totale del delegato riguardo quanto realizzato nel settore Igiene Ambiente finora. Infatti, per ogni argomento trattato, la conclusione degli addetti ai lavori è stata: “poi vediamo se va bene… altrimenti modifichiamo, integriamo, aggiustiamo..”, come se esistesse l’opzione di procedere per tentativi. Eppure il Comune di Ladispoli dispone di dati precisi, consolidati e puntuali per progettare un servizio perfetto; per questo viene da pensare che a mancare sia la competenza per farlo. Entrando nel merito, tra le tante note stonate del Piano Industriale che stasera sarà presentato in consiglio comunale, quella più rumorosa è senza dubbio legata all’acquisto dei nuovi mastelli (contenitori). Alla domanda di Ladispoli Città sulla motivazione di tale scelta, è stato risposto che questa spesa si rende necessaria per adeguarsi ai nuovi sistemi di lettura dei codici a barre. I contenitori già in possesso dei cittadini però sono tutti dotati di tag UHF per la lettura! Ad ogni utenza è stato assegnato un tag e tutto questo lavoro ha dato vita ad una banca dati informatica con cui poter attivare la tanto proclamata tariffa puntuale. Ci chiediamo, dunque, perché la giunta Grando ritenga necessario acquistare qualcosa che già possiede, affrontando a nostro avviso una spesa inutile e superflua che potrebbe esporre l’Ente a problemi.Un altro tasto dolente è quello riguardante la riduzione scellerata dei servizi. Nella zona case sparse (campagne) – dopo tutte le battaglie fatte dai comitati di quartiere per non essere considerati cittadini di serie B – si torna a fare la raccolta ogni 15 giorni, con esclusione del ritiro dell’organico, per cui verrebbe imposto ai cittadini il compostaggio domestico. Quel che però sfugge al delegato e all’amministrazione è che il compostaggio domestico deve essere promosso ma non può essere imposto ai cittadini. Inoltre, in questo modo, si ridurranno i servizi del 60- 70% a fronte di un probabile abbattimento irrisorio dei costi in bolletta. Qual è la convenienza di questa scelta?Tuttavia è sul servizio di spazzamento a terra che la distinzione tra cittadini di serie A e di serie B sembra farsi lampante. Nella zona compresa tra i due fossi e fino alla stazione, i cittadini godranno della pulizia settimanale mentre nel restante territorio comunale le strade saranno pulite solo due volte al mese. In “commissione”, abbiamo chiesto al sindaco quale differenza ci sia tra gli abitanti delle zone Messico, Caere Vetus, Palo Laziale, Cerreto e Miami e quelli di Viale Italia, via Flavia o via Trieste (solo per citarne alcune). Lui ha risposto – giustificando questa scelta iniqua – che nessuno passeggia nei quartieri al di là dei due fossi o del sottopasso ferroviario. Insomma, secondo la giunta Grando, le passeggiate su strade decorose sono ammesse solo nelle zone centrali, quelle di serie A, sappiatelo. Inoltre, per lo svolgimento del servizio di pulizia a terra, sarà usato un mezzo talmente grande che le macchine che ci si troveranno dietro dovranno mettersi l’anima in pace ed aspettare che il mezzo percorra l’intera via per potersi liberare dall’ingorgo (e questo varrà anche per la raccolta). Per non parlare dei due operatori dotati di soffione che dai lati della strada spareranno polvere, breccia e rifiuti ovunque – soprattutto sulle macchine – perchè nel nuovo Piano Industriale è prevista la “grande innovazione” di non liberare la strada nei giorni indicati per la pulizia. Un’alta stortura è, a nostro avviso, quella della previsione di raccogliere i rifiuti ogni 15 giorni nella fase in cui il nuovo servizio sarà a regime (come se adesso non lo fosse). Insomma, la giunta Grando prevede un’ulteriore riduzione del servizio ai cittadini senza che questo coincida con una diminuzione in bolletta. Ma per dare una botta al cerchio e una alla botte, prevederà anche il ritiro del verde e il ritiro degli ingombranti, spacciati per gratuiti. In realtà il loro costo (com’è normale che sia) viene quantificato nella valutazione complessiva dei costi. In poche parole sarà pagato da tutti, anche da chi non ne usufruirà perché non ha un giardino, non ha materiali ingombranti da smaltire o preferisce conferirli direttamente all’isola ecologica che, attenzione, non riusciamo bene a comprendere quando si troverà aperta. Infatti, da quel che deduciamo leggendo il Piano Industriale, si va incontro a una riduzione del 50% di questo servizio. Un altro problema che vogliamo sollevare, riguarda le utenze non domestiche sottoposte alla norma HACCP (ristoranti, bar, pizzerie ecc.), alle quali verrà garantito un servizio di ritiro 6 giorni su 7. Praticamente il servizio che già esiste con una differenza sostanziale: mentre oggi viene pagato da chi ne usufruisce, in futuro i costi saranno spalmati sulla bolletta di tutte le utenze. In pratica, ogni utenza registrata, pagherà una quota del servizio aggiuntivo che viene fatto alle attività di somministrazione, perchè con il nuovo sistema dal Piano Industriale, non sarà possibile scorporalo e farlo pagare di chi realmente ne usufruisce. Per concludere, riteniamo che l’approccio dell’amministrazione Grando al nuovo bando di servizio Igiene Ambiente sia quello di voler “buttare il bambino con l’acqua sporca”, stravolgendo tutto, compreso quello che oggi già funziona e creando problemi complessi di gestione futura. Le aspettative erano quelle di un’evoluzione dell’attuale servizio, che già ha superato l’ostacolo del passaggio alla raccolta differenziata, aumentandone l’efficacia e l’efficienza. Ciò a cui assisteremo stasera, invece, sarà un “ritorno al passato” con meno servizi, con l’aumento dei costi di circa un milione di euro e con lo zelo di rifare quel che già è stato fatto attingendo dalle tasche dei cittadini.

Movimento Civico Ladispoli Città

Associazione Ladispoli Città

Redazione
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