sabato, Aprile 27, 2024

Siria, la Francia conferma la sua presenza nel Paese anche dopo il ritiro Usa

La reazione francese all’annuncio di Trump del ritiro Usa dalla Siria era stata immediata: la Francia rimane sul terreno in quanto alleata militare dei curdi siriani. In visita in Iraq a metà gennaio, il ministro degli esteri francese Jean-Yves Le Drian aveva ribadito che “la lotta al terrorismo non è terminata” e che i circa 800 soldati francesi in Siria sarebbero rimasti, a fronte di circa 2000 militari americani in procinto di ripartire. “I rischi di destabilizzazione a partire dal nord-est della Siria rimarranno molto forti finché non sarà trovata una soluzione politica in Siria”. Ma a un mese dal Tweet di Donald Trump, e nonostante le parole di sostegno di Parigi, i curdi si sentono più che mai appesi a un filo.
In Iraq, i rifugiati curdi siriani sono circa 250.000. Tra i molti di loro preoccupati per le famiglie rimaste in Siria c’è Fatima Hamdou, arrivata a Erbil (nel Curdistan iracheno) quattro anni fa. “Coloro che sono ancora a Hassaké, la città siriana da cui proveniamo, ci raccontano che la situazione è ancora molto tesa tra le diverse comunità. Daech non è sconfitto e ci sono molti altri gruppi radicali nella regione. Abbiamo paura per i nostri cari, perché non sappiamo cosa succederà”. Attivi nella coalizione arabo-curda contro Daesh, i curdi controllano un terzo del territorio siriano. La Turchia ha immediatamente minacciato un’invasione da Nord per cacciarli dalle zone frontaliere. Uno scenario che ricorda a Randi Omar, ormai rifugiato in Iraq, l’invasione di Afrin nella primavera 2018, quando l’armata turca sostenuta dalle milizie jihadiste aveva cacciato la maggioranza dei curdi dalla regione. “Se la comunità internazionale e le grandi potenze occidentali non impediscono ai turchi di entrare nel Curdistan siriano, sarà terribile. Si sbarazzeranno di noi fino all’ultimo”.
Redazione
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