venerdì, Marzo 29, 2024

Caso Vannini, i riflettori di Quarto Grado sulla morte del ragazzo e sulla sentenza

Caso Vannini– Nuovo servizio tv. sulla morte di Marco e sulla sentenza

Quarto Grado, torna a puntare

i suoi fari puntati sulle indagini

In primo la figura del finanziere, cognato di Antonio Ciontoli, e le intercettazioni di Martina in caserma a Civitavecchia

L’ultima puntata di Quarto Grado di venerdì 8 febbraio ha messo in primo le contraddizioni tra le dichiarazioni fatte alla Corte dalla fidanzata di Marco e quelle del comandante della stazione dei carabinieri di Ladispoli, Maresciallo Izzo. Secondo la giovane lei si trovava fuori dal bagno al momento dello sparo (interpretato come colpo d’aria), mentre poi nella caserma mima la scena in cui avrebbe visto il padre puntare la pistola a Marco e lui chiedere di toglierla. Martina si è difesa in aula dicendo che la storia raccontata non era stata vista direttamente, ma era una ricostruzione di quanto avvenuto sulla base di informazioni che avrebbe fornito il Maresciallo Izzo nelle ore successive alla morte di Marco. Quest’ultimo però in aula ha smentito in maniera decisa di aver dato questo tipo di informazioni, se non solo per il fatto che in quelle ore nulla si sapeva sulla traiettoria del proiettile, ricostruzione emersa solamente qualche giorno dopo con l’esame autoptico. I giudici però sembrano aver creduto a Martina (che ha come imputata facoltà di non dire la verità) rispetto a quanto dichiarato da Izzo. Se così fosse però quest’ultimo doveva essere perseguito per farla testimonianza, cosa non avvenuta. La presenza o meno degli imputati nel bagno è stata poi approfondita con l’esame dello stub che però è stato effettuato con molte ore di ritardo. Per questo secondo il generale Garofano l’attendibilità di questa prova è decisamente bassa. La ricostruzione di quanto avvenuto in quelle ore a casa Ciontoli è un elemento fondamentale nel processo. Si potrebbe aprire infatti un nuovo fronte che non guarda solo ai soccorsi, ma anche ai motivi che hanno portato Antonio Ciontoli a prendere una pistola in bagno mentre Marco si faceva una doccia, a puntaglierla contro per poi sparare. Ma Nuzzi e la sua squadra accendono i fari anche sulla figura del cognato di Ciontoli. È lui che Maria Pezzillo ha chiamato subito dopo la tragica morte di Marco Vannini per chiedere aiuto, per chiedere un legale che li potesse assistere sin da subito. È lui che Antonio Ciontoli aspetta in caserma a Civitavecchia, il giorno successivo alla morte di Marco. E sarebbe stato proprio lui a presentare alla famiglia l’avvocato Andrea Miroli. Ruota anche attorno a questa figura, la puntata di Quarto Grado. “I Ciontoli -come raccontato nel servizio- lo chiamo spesso”. E i riflettori di Quarto Grado puntano su uno dei temi ricorrenti nei brogliacci delle intercettazioni telefoniche effettuate: il risarcimento economico alla famiglia Vannini. Maria Pezzillo ne aveva parlato con i vicini di casa quando li andò a trovare per sapere che cosa avessero sentito. E proprio su questo aspetto ad intervenire, ancora una volta sarebbe proprio il parente della famiglia Ciontoli. Lo si evince anche da una intercettazione del 25 maggio quando Ciontoli, contattato il cognato, gli spiega che l’avvocato vorrebbe parlare con lui per esporgli la soluzione che ha trovato.

Redazione
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