sabato, Aprile 20, 2024

Messina, corruzione in atti giudiziari: custodia cautelare per due persone

I finanzieri del comando provinciale di Messina hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare che prevede la misura degli arresti domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Messina, Maria Militello, su richiesta della Procura della Repubblica di Messina, nei confronti di due persone, indagate per i reati di corruzione in atti giudiziari e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale. Le misure cautelari, entrambe degli arresti domiciliari, sono state adottate nei confronti di un noto imprenditore piemontese Ezio Bigotti, presidente del gruppo STI aggiudicatario di numerose ed importanti commesse della Centrale acquisti del Tesoro e Massimo Gaboardi, ex tecnico petrolifero Eni. La vicenda è legata ai noti fatti relativi alla cosiddetta operazione ‘Sistema Siracusa’ diretta dalla stessa Procura della Repubblica di Messina che, nel mese di febbraio dell’anno scorso, ha portato all’arresto di 13 persone componenti di un ‘comitato di affari’ capace di condizionare il buon andamento della gestione della giustizia nella provincia aretusea e che, successivamente, sulla base delle dichiarazioni rese dai principali indagati (i legali Piero Amara e Giuseppe Calafiore) ha portato a diversi ed importanti sviluppi investigativi. Nel provvedimento cautelare, in sintesi, sono state ricostruite plurime modalità illecite poste in essere dai citati legali, con l’ausilio dell’ex pm di Siracusa, Giancarlo Longo e di alcuni consulenti della Procura nominati da quest’ultimo, per favorire Bigotti nell’ambito degli accertamenti condotti a carico di imprese a lui riconducibili presso le Procure di Torino, Roma e Siracusa nonché in sede tributaria (all’esito della richiesta di voluntary disclosure avanzata da una società del gruppo Bigotti anche in relazione ad accertamenti all’epoca dei fatti in corso da parte dell’Agenzia delle Entrate). Inoltre, è stata fatta pienamente luce su una complessa operazione giudiziaria ordita dall’avvocato Amara che si sarebbe realizzata “grazie all’asservimento del pm Longo – dicono gli inquirenti – al fine di ostacolare l’attività di indagine svolta dalla Procura di Milano nei confronti dei vertici dell’Enei”. Le Fiamme Gialle stanno eseguendo gli arresti e le perquisizioni nei confronti degli indagati nelle province di Roma, Milano e Torino. “L’operazione testimonia, ancora una volta, l’impegno della Guardia di Finanza nella lotta alla corruzione ed a tutela della trasparenza della Pubblica Amministrazione, nonché a garanzia del rispetto delle regole della sana competizione tra imprese per assicurare la libera concorrenza dei mercati”, spiegano le Fiamme gialle.
Redazione
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