venerdì, Marzo 29, 2024

Studenti in piazza per l’autonomia e contro la nuova maturità

Hanno manifestato in tanti, alcune migliaia di tante città italiane. Roma, Palermo e le principali città siciliane, Venezia, Verona, Udine, Cagliari, Trento, sono state invase da pacifici cortei di studenti contro il nuovo esame di maturità e il progetto del governo sull’autonomia regionale.

“La resistenza al nuovo esame di maturità – spiega la Rete degli studenti medi – parte dai rappresentanti, dalle classi, dall’indignazione collettiva per l’ennesima modifica all’esame avvenuta senza nessuna conultazione degli studenti”.

Per Giammarco Manfreda, coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi, “sostituire la tesina con il ‘gioco’ delle tre buste e improvvisare l’interdisciplinarietà con la doppia seconda prova significa, per i maturandi, perdere un’occasione per esprimersi e allo stesso tempo dover affrontare una prova impostata in modo completamente slegato dai loro percorsi di studi. L’esame di Stato è solo la punta dell’iceberg di un sistema di valutazione e di un intero sistema scolastico che non funzionano, ma è sempre la prima cosa a venire modificata. Non importano le ripercussioni sulla pelle degli studenti, importa che costi poco. Ma noi non siamo cavie e siamo in piazza per dimostrarlo: con le manifestazioni di oggi chiediamo un ripensamento completo della didattica e delle funzioni della valutazione, misure che non possono esistere senza un vero investimento in istruzione”.

Secondo Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale dell’Unione degli studenti, quello al potere “è l’ennesimo governo che vuole distruggere il sistema nazionale di diritto allo studio: la regionalizzazione della scuola senza una legge nazionale sul diritto allo studio è un’impresa tutta leghista che ignora il definanziamento della scuola pubblica nel Paese e conferma il tradimento di questo Governo nei nostri confronti. Della democrazia non c’è traccia: la riforma della Maturità ne è esempio con l’introduzione delle prove invalsi al quinto anno, l’eliminazione della tesina e la centralità dell’alternanza scuola-lavoro rendono inaccettabile il nuovo esame di maturità. È l’ennesima riforma che non dà risposte ai problemi reali della scuola e che non prende in considerazione il punto di vista studentesco”, conclude Biazzo.

Redazione
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