giovedì, Aprile 25, 2024

Bandi della Tav, c’è il rinvio. A rischio 300 mln di euro . Fico: “Il no all’opera battaglia identitaria del Movimento”

“Si va verso rinvio dei bandi. Non partiranno lunedì”. E’ quanto puntualizzano fonti di Palazzo Chigi, dopo la notizia diffusa dal sito on line del Sole24Ore, secondo cui Palazzo Chigi ha inviato una lettera alla Telt “per autorizzare l’approvazione di avvisi per i 2,3 miliardi di lavori del tunnel di base della Tav con la clausola di dissolvenza che sarà motivata dall’avvio della procedura di revisione del trattato italo-francese”. Il quotidiano finanziario aveva riferito che i contenuti della direttiva e dei bandi non sono ancora noti, ma sarà comunque presente un riferimento alla “volontà di Roma di chiedere a Parigi e Bruxelles di rivedere il Trattato. L’ipotesi era stata allo studio dell’esecutivo” ed “era stata anticipata dal Sole 24 Ore nelle scorse ore”. Lunedì al consiglio di amministrazione della Telt (l’azienda Tunnel Euralpin Lyon Turin, di proprietà al 50% dello Stato francese e al 50% delle Ferrovie dello Stato Italiane) si darà il via libera solo alla pubblicazione degli “avis de marchés”, cioè gli inviti alle imprese a presentare le proprie candidature. E’ quanto afferma la società Telt nella sua risposta alla lettera inviata dal premier Giuseppe Conte dove si chiede alla società del tunnel di astenersi, “con effetti immediati, da qualsiasi ulteriore attività che possa produrre ulteriori vincoli giuridici ed economici per lo Stato italiano con riguardo ai bandi di gara”.

Nella missiva, datata 8 marzo, Conte esprimeva alla società la necessità che “al momento” occorresse “da un lato evitare di assumere impegni di spesa gravanti sull’erario italiano e dall’altro adoperarsi per non pregiudicare gli stanziamenti finanziari posti a disposizione dall’Ue. Tutte le prossime iniziative che vorrete intraprendere – scriveva il premier – dovranno rispettare, pertanto, questa duplice esigenza, avendo cura che sia garantita la piena reversibilità di qualunque attività giuridica o scelta operativa posta in essere”.

Telt risponde, oggi 9 marzo, che salvo “atti giuridicamente rilevanti che comportino istruzioni di segno contrario”, al Cda di dopodomani verranno autorizzati gli “avis de marchés” sui lotti francesi del tunnel di base, “in modo da rispettare il termine del 31 marzo per la presentazione alla commissione del finanziamento per l’anno 2019”.

Pur ricordando la delicatezza della partita dei cofinanziamenti europei che vedono in ballo 300 milioni di euro, il presidente e il direttore generale della Telt, a nome del consiglio di amministrazione, si dicono tuttavia consapevoli della “delicatezza di tale decisione e della sua importanza politica” e confermano che la “successiva fase di trasmissione dei capitolati per la presentazione delle offerte” sarà sottoposta al “preventivo avallo dei due governi” e che negli avvisi verrà inserito “l’esplicito riferimento alla facoltà per la stazione appaltante in qualunque momento di non dare seguito alla procedura senza che ciò generi oneri per la stazione appaltante stessa, né per gli Stati”.

Il prossimo passaggio procedurale sarà tra sei mesi. A certificare il ritorno di un’atmosfera più serena tra i soci di governo è il vicepremier e leader del Carroccio Matteo Salvini, il quale, intervistato a Sky tg24, afferma: “sulla Tav non ci sarà alcuna crisi di Governo. Io sono disponibile a tutto” e d’altra parte “in sei mesi può cambiare molto dell’opera: anche tutto. Anche perché va riconosciuto che chi aveva fatto questo accordo – denuncia – Non aveva fatto un grande lavoro: modifiche se ne possono fare tante”.

“La situazione si sta risolvendo positivamente. Quindi ora parliamo di altro e andiamo avanti”, gli ha fatto eco su Facebook Luigi Di Maio, capo politico del M5s e vicepremier pure lui: “Andiamo avanti con altre opere, con Quota 100, con investimenti produttivi per le imprese, con il Reddito di cittadinanza e con tutto ciò di cui il Paese ha bisogno, ora. Ce lo chiedono gli italiani. Le ‘teste dure’ o frasi come ‘vediamo chi va fino in fondo’ non mi appartengono, sono folklore che non fa bene all’Italia. Siamo stati eletti per servire gli italiani ed è quello che faremo con responsabilità”.

“Abbiamo ottenuto il rinvio dei bandi per il Tav che partiranno tra 6 mesi solo se Italia e Francia raggiungeranno un accordo serio”, tiene a sottolineare la sottosegretaria all’Economia, la grillina Laura Castelli. E il collega del Movimento, Michele Dell’Orco, M5s, sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti dice che a questo punto “l’opera verrà ridiscussa integralmente come previsto dal contratto. Il buon senso ha prevalso. La priorità rimane la semplificazione del codice degli appalti e un grande piano di manutenzione di ponti e strade”.

Il premier Conte, nel post su Facebook dove ha pubblicato le due lettere, afferma di aver chiarito “che questo Governo e le forze politiche che lo sostengono si sono impegnati a ‘ridiscutere integralmente’ questo progetto e che abbiamo intenzione di interloquire con la Francia e con l’Unione europea alla luce delle più recenti analisi costi-benefici da noi acquisite.

Ovviamente non vogliamo che nel frattempo si perdano i finanziamenti europei già stanziati” e “la società Telt mi ha appena risposto confermandomi che i capitolati di gara non partiranno senza l’avallo del mio Governo e del Governo francese e che, al momento, si limiteranno esclusivamente a svolgere mere attività preliminari, senza alcun impegno per il nostro Stato.

Abbiamo promesso di tutelare esclusivamente gli interessi degli italiani”.

Intanto la grana dello scontro sulla Tav tra i due soci del governo giallo-verde, in piena campagna elettorale per le europee, sembra essere stata accantonata.

Redazione
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