venerdì, Marzo 29, 2024

Fallito attentato su bus, “il piccolo eroe” Ramy attende come premio la cittadinanza italiana

“Volevo andare a Linate per prendere un aereo e tornare in Africa e usare i bambini come scudo”: così ha raccontato a chi lo ha incontrato oggi in carcere Ouesseynou Sy, l’uomo di origine senegalese finito in carcere dopo aver sequestrato un bus con a bordo una scolaresca a Crema. L’uomo ha più volte ribadito che non voleva fare loro del male. Un ragazzino presente sull’autobus dirottato ieri ha finto di pregare in arabo mentre, in realtà, stava avvertendo il padre che l’autobus era sotto sequestro. E’ uno dei dettagli raccontati dal sindaco di Crema Stefania Bonaldi, secondo la quale tra gli studenti, nonostante la paura provata in quei momenti “è scattato un gioco di squadra” per cercare di evitare danni peggiori da parte dell’attentatore. “Mio figlio ha fatto il suo dovere, sarebbe bello se ora ottenesse la cittadinanza italiana”, dice Khalid Shehata, il padre di Ramy, il 13enne che ieri ha nascosto il cellulare all’autista sequestratore ed è riuscito a fare la prima telefonata al 112. “Siamo egiziani, sono arrivato in Italia nel 2001, mio figlio è nato qui nel 2005 ma siamo ancora in attesa di un documento ufficiale. Vorremmo tanto restare in questo Paese. Quando ieri l’ho incontrato l’ho abbracciato forte”.
Redazione
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