venerdì, Aprile 19, 2024

Fauna selvatica e agricoltura, da problema a risorsa

Fauna selvatica e agricoltura, da problema a risorsa

Presentato in un evento del territorio il progetto che coniuga

insieme sviluppo, rispetto delle regole e della sostenibilità ambientale

Questo l’obiettivo del convegno “Valorizzazione dei prodotti dell’Etruria, salute pubblica, sinergia tra mondo venatorio ed agricolo”, che ha arricchito la 52^ edizione della Festa della Merca, in programma nello scorso week end alla Roccaccia. I promotori del progetto, Fabrizio Federici e Enrico Panfilo, hanno presentato la loro iniziativa in una conferenza stampa ospitata dalla sede dell’Università Agraria di Tarquinia. “La fauna selvatica è una risorsa sfruttata da millenni in Etruria – ha spiegato il dirigente veterinario Federici – ma oggi se ne parla spesso per i danni che produce, soprattutto alle coltivazioni. Un impiego regolamentato di questo patrimonio potrebbe invece finalmente creare una sinergia tra mondo agricolo e mondo venatorio, creando una filiera di prodotti di eccellenza”. L’idea di fondo è quella di attivare un centro raccolta, dove i cacciatori possano portare le loro prede per i controlli veterinari obbligatori, in modo da garantire il controllo della qualità delle carni e scongiurare rischi per la salute. “Partendo dal centro raccolta inoltre – spiega Federici – si potrebbe avviare una filiera di qualità, come prodotti finiti di carne con prodotti agricoli del territorio, con evidenti risvolti economici ed occupazionali. Un modello già avviato in altre nazioni europee e regioni italiane, anche confinanti con la nostra. Tarquinia, con le sue attrazioni e con le ulteriori opportunità offerte dal suo territorio, da litorale di Civitavecchia a Viterbo, ha tutto da guadagnarci”. Al convegno hanno partecipato veterinari di numerose istituzioni: dopo l’introduzione di Federici ha preso la parola Rita Marcianò della Regione Lazio, per gli accenni normativi sui centri raccolta i centri di lavorazione ed i laboratori per la trasformazione. A parlare della reale fattibilità di tali centri sul nostro territorio il dottor Giuseppe Micarelli dell’Usl Viterbo, mentre il dottor Giuseppe Nicolini dell’Usl di Roma ha approfondito il delicato tema della verifica delle carcasse, connesso al controllo di malattie infettive e zoonosi. Dalla Toscana, che rappresenta un possibile modello da seguire, la testimonianza della dottoressa Giorgia Romeo, funzionaria regionale che ha illustrato l’argomento: “Fauna selvatica ungulata: da problematica a risorsa. La filiera toscana delle carni”.

Redazione
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