giovedì, Aprile 25, 2024

Juncker ‘avverte’ l’Italia: “Debito pericolosamente alto e sulla Tav è in ritardo”

“Il livello” del debito “è pericolosamente alto, è da correggere, ma penso che l’Italia sappia quali sono i suoi problemi”. E’ l’analisi di Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea sulla situazione del nostro Paese a ‘Che Tempo che fa’. ”Penso che la crescita sia in ritardo, che arriverà allo 0,2% cioè sarà in stagnazione, e bisognerà”, quindi, che il Paese trovi “gli strumenti per rilanciare la propria crescita”. “Dire che l’Italia costituisce un rischio mi sembra un’esagerazione” dice. ”Senza l’Italia – assicura – la Germania e la Francia non esisterebbero. Ho sempre pensato che senza il motore franco-tedesco l’Europa non possa costituirsi. Se la Germania e la Francia si ritenessero capaci di costruire l’Europa da sole ebbene non funzionerebbe. Ci vogliono anche le mani piccole e le mani degli italiani sono assai grandi”. ”Io desidererei che la Tav si facesse” rimarca Juncker, aggiungendo che “l’Unione europea cofinanzia con circa 888 milioni di euro il progetto Torino-Lione”, definendola “un progetto importante per motivi economici, sociali e anche ambientali”. “Io sono favorevole a questa nuova via della Seta. Si tratta di un progetto assai ampio che permette all’Asia e all’Europa di cadere nelle braccia l’una dell’altra. Si tratta di un bel progetto, quello che non mi piace tanto è che i paesi europei singolarmente sottoscrivano contratti con la Cina. Ma nell’accordo che l’Italia ha fatto con la Cina non ci vedo alcun pericolo grave”. Sul fronte migranti ”noi della commissione abbiamo aiutato molto l’Italia”. “Non mi piace che dicano che non si fa nulla. Non è vero. In termini finanziari abbiamo aiutato ampiamente l’Italia, per almeno un miliardo di euro”. Così l’Italia che è stata alle prese con questo “flusso massiccio di migrazione ha potuto avvantaggiarsi della solidarietà europea che è stata forse insufficiente, ma entro le possibilità di bilancio abbiamo fatto tutto il possibile”. ”Con i nostri amici britannici abbiamo avuto moltissima pazienza. Ma anche la pazienza si esaurisce. Vorrei che entro qualche ora entro qualche giorno, in Gran Bretagna giungessero un accordo sulla via seguire. Sappiamo ciò a cui il Parlamento britannico dice di no, ma non sappiamo ciò a cui potrebbe dire di sì”. ”L’altro giorno, in un momento debole della mia biografia, ho detto che se avessimo fatto il confronto tra la sfinge e la Gran Bretagna, la sfinge ci sarebbe apparsa come un libro aperto, mentre vorrei che il libro aperto ci parlasse davvero!”. Quanto all’ipotesi di un secondo referendum ”È cosa che riguarda esclusivamente i britannici, una loro decisione, non spetta a noi dar lezioni ai Britannici in merito alla via che intendono seguire. I Britannici devono decidere quali strumenti utilizzeranno per giungere alla fine di questo processo”.
Redazione
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