martedì, Aprile 16, 2024

Guerra in Libia: aumenta il bagno di sangue: le vittime sono ormai vicine a quota 200

Non si ferma il drammatico bilancio delle vittime del conflitto in Libia. I morti salgono ora a 160. A dare gli ultimi dati è Foad Aodi, presidente dell’Associazione Medici Stranieri in Italia (Amsi) e consigliere dell’Ordine dei Medici di Roma, in contatto con medici libici in vari ospedali del Paese. Questa mattina l’Oms aveva parlato di 147 vittime e 614 feriti. “Dopo la morte dei feriti gravi e il lancio di missili verso Tripoli e su alcune abitazioni le vittime sono ora 160, mentre salgono a 800 i feriti. Ad aggiornare le statistiche sono i nostri medici dell’Unione Medica Mediterranea, ma anche i dottori impegnati nel volontariato a domicilio per quanti sono impossibilitati a raggiungere gli ospedali. E che parlano di rischio epidemia in conseguenza dei decessi nelle case”. “Più di 50” i bambini morti nel conflitto libico e, fra loro, “anche i combattenti minorenni. Secondo i nostri dati – prosegue ancora Faodi -, ne sono stati reclutati più di 1000”. La situazione, racconta ancora il medico, “è critica. Manca l’elettricità, con alcune centrali abbattute, e manca il sangue per i tanti amputati nel conflitto. Manca poi la strumentazione clinica, ma anche pediatri, chirurghi generali e chirurghi vascolari per i feriti da arma da taglio, ortopedici per le tante fatture alle caviglie e alle ginocchia”. E al drammatico bilancio del conflitto si aggiunge anche il dato sulle donne violentate in aumento: “Sono più di 35, 10 di loro sono morte per sanguinamento”, spiega Faodi. “Vogliamo un cessate il fuoco immediato e auspichiamo il ritiro delle forze dell’esercito di liberazione nazionale, Lna” dice il premier Giuseppe Conte al termine dell’incontro con il vice primo ministro del Qatar, Al Thani, sulla crisi libica. “Anche loro – ha detto Conte – sono fortemente preoccupati” e io ” ho ribadito al vicepremier qatarino la nostra forte preoccupazione per la deriva militare, che non può essere la soluzione”. “La nostra strategia – dice parlando della linea italiana – è ben precisa, rispettosa delle popolazioni locali, affidatata alla diplomazia” finalizzata al contrasto ‘dell’uso della forza’”. Per la crisi libica “la soluzione politica, su cui abbiamo lavorato da quando ci siamo insediati come governo e che ha avuto tappa significativa nella conferenza di Palermo, resta l’unica plausibile'”. In serata il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha incontrato in serata a Palazzo Chigi il vicepresidente del Consiglio presidenziale libico, Ahmed Maitig. L’incontro, si legge in una nota di palazzo Chigi, si inserisce nel contesto dell’ampia azione diplomatica condotta dal governo italiano con le controparti libiche, i principali attori internazionali e le Nazioni Unite per far fronte alla pericolosa involuzione sul terreno e impedire lo scoppio di una guerra civile suscettibile di gravi conseguenze per la popolazione libica e la stabilità dell’intera regione euro-mediterranea”. Oggi un’autobomba è esplosa nella zona di Sidi Khalifa nel centro di Bengasi, nella Libia orientale. Lo riferisce il quotidiano Libya Observer citando fonti ben informate e spiegando che obiettivo dell’attentato era colpire il responsabile della direzione dell’antiterrorismo di Bengasi, il colonnello Adel Barghati. L’esplosione è avvenuta al passaggio del convoglio sul quale viaggiava Barghati, che è rimasto illeso. Il colonnello e i suoi accompagnatori sono infatti stati colpiti da schegge provocate dell’esplosione e sono stati trasferiti in ospedale. La protezione civile è giunta sul luogo dell’attentato per spegnere l’incendio e ha rimuovere i detriti. “Abbiamo un rapporto di stretta collaborazione con diversi Paesi, compresa l’Italia” ha detto  David Satterfield, consigliere speciale del dipartimento di Stato americano per il Medio Oriente. “Stiamo seguendo la situazione, sosteniamo il lavoro dell’inviato speciale dell’Onu per la Libia, Ghassan Salamé. Guardiamo con particolare preoccupazione alla situazione dei civili”, dice Satterfield. “Chiediamo a tutte le parti coinvolte di considerare le conseguenze delle rispettive azioni sui civili e chiediamo la ripresa del dialogo politico”, aggiunge. “Comprendiamo la preoccupazione dell’Italia, vista la vicinanza della Libia. Sappiamo che l’Italia vuole una soluzione che garantisca stabilità alla Libia. E’ quello che vogliono anche gli Stati Uniti”. “Siamo preoccupati, la Libia ha bisogno di stabilità attraverso una soluzione politica. Vogliamo vedere una soluzione rapida che garantisca stabilità al paese e alle nazioni vicine”, aggiunge Satterfield in una conference call. “La domanda che tutti devono porsi è: ‘Quale soluzione è destinata ad avere un effetto a lungo termine?’.
Redazione
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