venerdì, Marzo 29, 2024

Prato, nuove accuse per l’operatrice che ha fatto un bambino con un minorenne

La Procura di Prato, con i pm Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli, titolari del fascicolo di indagine, ascolterà di nuovo nei prossimi giorni la donna 31enne pratese, operatrice sociosanitaria, che 8 mesi fa ha avuto un figlio dal ragazzino – oggi quindicenne ma tredicenne all’epoca dei fatti contestati – a cui dava ripetizioni private. Nei suoi confronti i pm potrebbero contestare nuovi reati: violenza sessuale su minore e violazione di domicilio. Finora la donna, accusata di atti sessuali con minore e violenza sessuale per induzione e agli arresti domiciliari dal 28 marzo scorso, ha fornito ai magistrati che coordinano l’inchiesta la sua versione dei fatti rilasciando dichiarazioni spontanee: ha ammesso di aver avuto una relazione con il minore, ma avrebbe sostenuto di aver avuto i primi rapporti sessuali con lui dopo che il ragazzo aveva compiuto 14 anni. Una versione dei fatti che è stata poi ribadita anche nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip del Tribunale di Prato, Francesca Scarlatti, e, successivamente, davanti ai giudici del Tribunale del Riesame di Firenze che hanno respinto la richiesta di revoca degli arresti domiciliari. Adesso, però, i pm riascolteranno la 31enne alla luce degli elementi emersi nel corso dell’incidente probatorio di lunedì scorso , durante il quale il minorenne, ascoltato in audizione protetta, ha ricostruito i suoi rapporti con la donna, e alla luce dei nuovi documenti che ha depositato l’avvocato Roberta Roviello, che rappresenta il ragazzino e la sua famiglia, allegandoli alla denuncia che era stata presentata l’8 marzo scorso e che aveva dato il via alle indagini della Procura. L’incidente probatorio è stato secretato ma, da quanto si apprende, la versione fornita dal ragazzo viene ritenuta dagli inquirenti credibile e coerente con il quadro accusatorio definito finora dalle indagini condotte dalla squadra mobile.
Durante l’incidente probatorio, come si è appreso da fonti vicine all’inchiesta, il 15enne ha spiegato che il primo incontro con la donna è avvenuto quando aveva 13 anni e frequentava la terza media, preparandosi per gli esami finali. La donna andava a casa sua per dargli ripetizioni di inglesi. Il giorno del primo approccio sessuale da parte della trentenne, il ragazzino aveva il mal di testa e per questo avrebbe chiesto di interrompere la lezione. Dopo aver salutato la ‘professoressa’, il 13enne andò in camera sua per riposarsi. Poco dopo però la donna, che forse aveva finto di lasciare la casa, entrò nella camera. Da qui l’accusa che potrebbe essere formulata di violazione di domicilio. Da quel primo incontro sessuale (da qui l’accusa di violenza su minore), ne seguirono altri, per circa un anno e mezzo.
Nell’inchiesta è coinvolto anche il marito della trentunenne, indagato per alterazione di stato, accusa mossagli per aver riconosciuto come suo il figlio nato alcuni mesi fa pur sapendo che il padre era il minore. Anche per l’uomo i pm, alla luce di quanto emerso nell’incidente probatorio, potrebbero richiedere una nuova convocazione in procura per ascoltarlo. La prima volta l’uomo non si era presentato. Da un paio di settimane il marito “si è separato momentaneamente” dalla moglie portando con sè il primogenito di 11 anni.
Redazione
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