venerdì, Marzo 29, 2024

Sport, intervista a Luca Fioretto: la stella della ‘sciabola’ italiana

di Alessandro Ceccarelli

Crescere con una forte e viscerale passione per un sport è un qualcosa di speciale che aiuta a diventare un adulto con valori morali ed etici ben definiti (lealtà, onestà e rispetto). In questo caso Luca Fioretto, romano, 19 anni il prossimo 16 luglio è un mirabile esempio di impegno, sacrificio e sano senso della competizione nel mondo della sciabola. Lui stesso anche se ancora giovanissimo si descrive con un notevole senso dell’umorismo condito allo stesso tempo con precisione e dovizia di aneddoti. “Ho iniziato l’attività agonistica, presso il Club Scherma Roma, partecipando alle gare del “Gran Premio Giovanissimi”, che dura per quattro stagioni, dall’età di 10 a quella di 13 anni. In quel periodo mi facevo chiamare “Luca Sciabola”, perché quando ho iniziato a tirare i Maestri, mi hanno detto, per scherzo (ma non troppo), che non avrei potuto entrare nella sala di Sciabola avendo come cognome “Fioretto”. Allora ho fatto stampare, nel punto del giubbetto elettrico in cui vanno posti cognome e nazionalità, la scritta “Luca Sciabola”. Dai 14 anni in poi, purtroppo, sono stato obbligato a sostituirla con quella prevista dalle disposizioni per l’attività agonistica ma, ancora oggi, il nome del mio profilo Facebook è “Luca Sciabola”. Il mio cognome, poi, più di una volta ha generato equivoci in sede di iscrizione alle gare: la domanda che mi sono sentito rivolgere più spesso è: “Ma ti chiami Fioretto e fai Sciabola?”

Essendo un giovane della generazione del XXI secolo lo abbiamo intervistato attraverso il ‘medium’ dei sociale media. Luca Fioretto si è un confermato anche dal punto di vista umano un talento innato, un brillante e promettente campione dello sport italiano.

Come è nata a 6 anni la passione per uno sport diciamo non popolare come il calcio?

È stato mio fratello Edoardo, per la verità, ad iniziare a praticare lo sport della Scherma: ne parlava sempre con suo compagno di classe della scuola elementare fino a che, dopo aver convinto mia madre a sostenere una lezione di prova presso il Club Scherma Roma, non ha iniziato ad allenarsi regolarmente. Mia madre mi portava sempre con sé ad accompagnarlo per tre volte alla settimana. Una volta, mentre guardavo gli altri bambini che facevano ginnastica e tiravano con il Fioretto di plastica (l’arma con cui iniziano tutti i bambini), il Maestro del Vivaio, Mario Marrone, un’istituzione al Club Scherma Roma, mi ha visto e mi ha chiesto di unirmi al gruppo. Da allora ho iniziato anche io e non ho più smesso!

 Come è avvenuta la scelta proprio per la sciabola? (rispetto al fioretto e alla spada)

Mi ricordo che un giorno, quando ancora tiravo con i bambini del Vivaio, sono andato dal Maestro Tommaso Dentico (a quel tempo Responsabile d’Arma) a comunicargli che volevo iniziare a tirare di Sciabola. Nonostante abbia visto per tanti anni mio fratello tirare di Fioretto, sono sempre stato attratto dalla Sciabola, che è un’arma dinamica, veloce e che si adatta meglio al mio carattere. Praticamente non ci ho pensato nemmeno per un attimo: ho deciso che avrei tirato di Sciabola e l’ho comunicato al Maestro Dentico che, per fortuna mi ha accettato nel gruppo, assegnandomi, prima di diventare suo allievo, al Maestro Fabio Giovannini, a quel tempo CT della Nazionale Paralimpica.

Quando hai capito che non era una semplice passione ma qualcosa di molto più importante a livello professionale agonistico?

La passione per questo sport è stata sempre molto grande: fin dai primi anni ho considerato il Club Scherma Roma come una seconda casa e mi è sempre piaciuto tanto allenarmisia nella preparazione atletica, sia negli esercizi di “gambe scherma”, sia nella lezione individuale con il Maestro, sia negli assalti con gli avversari. Ancora oggi, a fine giornata, non tornerei mai a casa! Negli ultimi tre anni, poi, ho iniziato a conseguire risultati più importanti, che mi hanno permesso, prima, di “aprire” la finestra delle gare internazionali Cadetti (Under 17) e Giovani (Under 20), successivamente, di entrare a far parte della nazionale Under 20 ed ottenere la convocazione alle Gare del Circuito di Coppa del Mondo ed al Campionato del Mondo Cadetti e Giovani che si è svolto di recente a Torun, in Polonia, dove ho conquistato il titolo di Campione del mondo a squadre. Dentro di me, però, ho sempre saputo che il mio obiettivo sarebbe stato quello di raggiungere ciò che ho ottenuto ora, anche se sono consapevole che questo, però, è solo il punto di partenza, certamente non di arrivo e che devo continuare ad impegnarmi sempre di più per mantenere questo livello ed ottenere ulteriori risultati. Devo ringraziare, ovviamente, la mia famiglia che mi ha sempre favorito e sostenuto e anche i professori della mia scuola, il Liceo Scientifico Avogadro, che hanno dato, anch’essi, una grande disponibilità nel farmi accedere al piano personalizzato che il Ministero dell’Istruzione ha previsto per gli studenti – atleti, che prevede una considerazione delle assenze per l’attività agonistica ed una diversa programmazione dei momenti di verifica, scritti e orali.

 Quanto è stata importante per la tua crescita la figura del Maestro Tommaso Dentico?

La figura del Maestro Tommaso Dentico è stata fondamentale per me. Ha una grande esperienza, avendo partecipato, sia come tecnico, sia come arbitro, a diverse edizioni delle Olimpiadi. Abbiamo instaurato, con il tempo, un ottimo rapporto: la sua presenza a fondo pedana, durante gli assalti, è molto importante: quando riesco ad applicare i suoi consigli, sono certo di portare la stoccata vincente! Con i suoi insegnamenti, giorno dopo giorno, cerco di migliorare nella tecnica, nella tattica, nell’approccio mentale agli assalti.

Nella stagione 2016/2017 hai vinto il tuo primo bronzo, che ricordi hai di quell’impresa?

Non si è trattato, in realtà, del primo bronzo in assoluto, perché ho conquistato diversi podi nella categoria inferiore del “Gran Premio Giovanissimi” (U14). È stato il primo dei tanti podi di questa categoria e, per questa ragione, è stata una grande emozione ed una grande gioia tirare di fronte al Presidente della Federazione Italiana Scherma, al CT di sciabola, ai miei genitori, al pubblico. Ricordo anche il piccolo rammarico di essere andato vicino alla vittoria, senza riuscirci. Ho imparato, però, che, nella Scherma si vince con il braccio e con la testa, stoccata dopo stoccata e che fino alla quindicesima “botta” l’assalto non è finito.

 L’anno successivo il trionfo con la medaglia d’oro: parlami delle emozioni che hai provato al conseguimento di un risultato così straordinario a 18 anni

La conquista della medaglia d’oro mi ha fatto salire sul tetto del mondo! È stata una sensazione incredibile, una felicità così grande non l’avevo mai provata. Mi sono sentito ripagato di tutta la fatica degli allenamenti, delle rinunce quotidiane (anche al cibo buono per la dieta!!!), dello sforzo di conciliare l’impegno sportivo con quello di studio. È stato un momento meraviglioso che non dimenticherò mai! Ancora oggi, quando riguardo il video della finale e della premiazione, ripenso a quello che ho vissuto e mi emoziono ripensando a quando ero sul podio a cantare, insieme alla squadra, l’inno nazionale o ad urlare tutta la nostra gioia fino a non avere più voce!

Quali sono i tuoi prossimi impegni e obiettivi?

La stagione agonistica non si è ancora conclusa. In maggio ho due appuntamenti importanti: la Coppa Italia Assoluti, ad Ancona, per la qualificazione ai Campionati Italiani Assoluti che si svolgeranno a Palermo nel mese di giugno e i Campionati italiani Giovani, a Lecce, dove spero di conquistare un altro podio dopo quelli ottenuti nelle due prove di qualificazione. Per la prossima stagione agonistica, l’obiettivo è di migliorare ancora e di giocarmi tutte le opportunità che avrò, oltre che nelle gare nazionali, in quelle internazionali e, se meriterò la convocazione, nei Campionati europei e mondiali. Un altro mio obiettivo è quello di entrare in un Gruppo sportivo militare, per cui, se ci saranno concorsi, sarò impegnato anche su quel fronte. In tutto questo, lo studio, naturalmente, occupa una parte molto importante: quest’anno sosterrò l’esame di maturità e, a settembre, inizierò gli studi di Economics and Business (in lingua inglese) presso l’Università LUISS. Sarà un’altra stagione molto impegnativa!

(fotografia di Bizzi Team)

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