venerdì, Marzo 29, 2024

Perché il reddito di cittadinanzaè disertato dai giovani disoccupati?

Nostra inchiesta sul territorio

 

 

Perché il reddito di cittadinanza

è disertato dai giovani disoccupati?

 

Presso il Caf Italia di Marina di Cerveteri il numero di domande è inferiore alle aspettative. Dato sconcertante: poche richieste degli under 40

 

di Alberto Sava

La martellante polemica politica che si scatena intorno ai provvedimenti varati del governo M5S-Lega rischia di creare aspettative spesso difformi dalle disposizioni del legislatore. Non fa eccezione il reddito di cittadinanza, che, con denominazioni e forme diverse, è già presente nel nostro Paese da tempo. Sul piano politico la bagarre scatenata dalle opposizioni si è sviluppata su tutti i fronti, coinvolgendo anche i centri per l’impiego, a cui può rivolgersi l’assistito la cui domanda di accesso al reddito di cittadinanza ha avuto buon fine. Per richiedere il reddito di cittadinanza la domanda, corredata della dichiarazione sostitutiva unica ai fini Isee, deve essere presentata all’Inps, utilizzando il modello che è stato messo a disposizione dall’Istituto stesso, inviandola online, o anche rivolgendosi ai Caf.  L’Inps valuta poi il possesso dei requisiti richiesti. Il RdC viene erogato tramite una speciale card “RdC”, una sorta di carta acquisti con un limite di prelievi in contanti di 100€ al mese. In questo servizio approfondiamo come i Caf del nostro territorio stiano gestendo il nuovo carico di lavoro, rappresentato dalle richieste di accesso al reddito. Abbiamo fatto una ricognizione, ed abbiamo osservato che sono investiti di una notevole mole di lavoro, fatto di pratiche fiscali ed assistenziali, con una pressante presenza quotidiana di utenti. Sostando nelle affollate sale d’aspetto di alcuni, non tutti per la verità, Caf di Cerveteri si incappa anche in qualche mugugno per deficit organizzativi che portano a lunghe attese, ma il personale è comunque preparato ed affidabile: un contrasto da risolvere. Spostandoci a Cerenova troviamo il Caf Italia, che ha drasticamente risolto il problema di attese e nervosismi, semplicemente ricevendo solo per appuntamento per alcuni servizi. Va da sé che i tempi per il disbrigo di una pratica sono ragionevolmente contenuti. Operativo dal 2007 vi lavorano sei persone, le quali quotidianamente evadono decine e decine di pratiche. Incontriamo Maria Grazia Mattoni (Caf Italia), Luca Marini (Snalv) e Fabiana Margari (Epas) a cui rivolgiamo alcune domande sull’utenza di Marina di Cerveteri, che si serve dei servizi assicurati da Caf Italia, Snalv, Epas. Tutti e tre hanno confermato che su 500 pratiche ISEE trattate, circa la metà aveva i requisiti per presentare la domanda di accesso al reddito di cittadinanza. Delle 200 domande inoltrate ancora non si conosce l’esito, tuttavia è reale il dato di un accoglimento di sette richieste ogni dieci domande e che le restanti tre, pur rientrando nei parametri, non sono state accolte per svariate ragioni. “E’ comunque un volume di richieste inferiore alle aspettative. -dichiara Luca Marini- ed inoltre le domande a cui abbiamo dato seguito vanno suddivise al 85% tra italiani e 15 % stranieri: questi ultimi sono paradossalmente molto più informati degli italiani sui loro diritti. Infine- conclude Luca Marini- è impressionante un dato: poche domande sono state presentate da Under 40”. “Quindi i giovani, per cui è nato il reddito di cittadinanza neanche presentano la domanda-spiega Maria Grazia Mattoni- non perché lavorino, ma vivendo in famiglia l’ISEE del nucleo non consente loro l’accesso al reddito di cittadinanza. Un altro impedimento è costituito dal fatto che anche persone di 40/50 anni ed oltre, che non lavorano, ma che per svariate ragioni vivono con genitori con buone pensioni, sono tagliati fuori dai parametri necessari. Forse- conclude Maria Grazia Mattoni- più che al reddito di cittadinanza andrebbe messo mano al costo del lavoro”. Dal nostro territorio al resto della regione. Secondo i dati dell’Anpal (Agenzia nazionale per le Politiche del lavoro) sono pochissimi gli under 30, più donne che uomini, ad aver presentato la richiesta del reddito di cittadinanza. Gli under 30 che hanno chiesto accesso al reddito di cittadinanza sono sotto il 10%. Le domande nella regione sono state 73.865 di cui 41.660 donne. La gran parte delle richieste arriva da Roma con 50.836 domande. Segue Latina con 8381, Frosinone con 8.006, Viterbo con 4.281 e Rieti con 2352. Numeri al di sotto di quelli previsti, come spiegato dall’assessore regionale al Lavoro Claudio Di Berardino, soprattutto per quanto riguarda i giovani. “Per come è scritta la norma e per come sono fissati i criteri di accesso -ha spiegato Di Berardino-molti giovani che sono inseriti nel nucleo familiare o dei genitori non raggiungono i requisiti”. Motivo per il quale non possono essere collocati al lavoro “perché non hanno la corsia preferenziale del reddito pur essendo disoccupati”. E l’Assessore ha annunciato che nelle prossime settimane la “Regione Lazio provvederà ad emanare un provvedimento per ampliare il contratto di ricollocazione”. “Faremo un bando – ha spiegato – in cui daremo la possibilità ai disoccupati di essere riaccompagnati al lavoro e apriremo il contratto di ricollocazione a tutte le persone che sono senza lavoro e senza reddito di cittadinanza”. Nelle intenzioni del legislatore, l’erogazione del reddito di cittadinanza avrebbe dovuto procedere di pari passo con la riforma dei centri per l’impiego, ma finora così non è stato. I numeri di accesso al reddito di cittadinanza confermano che solo quando si troverà la quadra tra i giovani in cerca di lavoro e chi, con le qualifiche idonee, potrà avviarli al lavoro le buone intenzioni diventeranno realtà.

Redazione
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