giovedì, Marzo 28, 2024

Politica: addio a Gianni De Michelis, simbolo del ‘craxismo’ anni ’80

E’ morto a 78 anni Gianni De Michelis, ex ministro degli Esteri e figura di primo piano del Psi. Lo annunciano fonti parlamentari. Protagonista della Prima Repubblica, De Michelis era nato a Venezia il 26 novembre 1940, ed è stato segretario nazionale del Nuovo Psi, aderendo in seguito alla Costituente del Psi e successivamente a ‘Riformisti italiani’, il progetto di Stefania Craxi. Nella sua carriera politica è stato deputato dal ’76 al ’94 e più volte ministro negli anni ’80 e ’90 (Partecipazioni statali, del Lavoro, degli Esteri). Dall’88 all’89 è stato anche vicepresidente del Consiglio e componente dei governi Cossiga, Forlani, Spadolini, Fanfani, Craxi, De Mita e Andreotti. Nel 2004 la sua ultima esperienza nelle istituzioni, venne eletto eurodeputato nella lista Socialisti uniti per l’Europa. La carriera politica di De Michelis inizia a fine anni ’60 con l’ingresso nella Direzione del Psi, dove divenne anche responsabile dell’organizzazione. Poi la svolta con l’ascesa di Bettino Craxi, di cui diventa uno degli uomini più fidati. De Micheli è ministro degli Esteri negli anni della caduta del muro di Berlino, della prima guerra del Golfo, della dissoluzione dell’Unione sovietica. Nel 1992, inoltre, è uno dei firmatari del trattato di Maastricht. Tra le sue passioni più grandi c’era quella per le discoteche. Tanto che scrisse anche il libro ‘Dove andiamo a ballare stasera?’, una “guida a 250 discoteche raccomandabili, frequentabili, a cui poter rivolgersi con sicurezza per passare bene il proprio tempo e per spendere bene il proprio denaro” pubblicata nell’87. Travolto da Tangentopoli, fronteggiò 35 procedimenti a partire dal ’92. Negli ultimi anni ultimi anni De Michelis stava combattendo contro una malattia degenerativa. Lo ricorda come “un eccellente uomo politico e uomo di Stato, un socialista coerente” Bobo Craxi , che lo ricorda come “uno degli uomini più intelligenti della Prima Repubblica, aveva una lungimiranza nella lettura delle vicende politiche, in particolare di natura internazionale. Per me è un grande dolore la sua scomparsa. E’ stato, nella vicenda tragica che ha coinvolto il Psi, uno degli uomini più vicini a mio padre” spiega. “Per me, per tutti quelli della mia generazione, è stato di grandissimo insegnamento – prosegue Craxi -. Ha tenuto in mano la bandiera nel momento in cui sembrava non ci fosse più niente da fare, è stato coraggioso, leale e coerente con il vero ideale della sua vita”. “Mi riempie di tristezza il modo con cui ha finto la sua esistenza, era profondamente segnato dalle vicende degli anni ’90 sul piano fisico, ed era un lavoratore infaticabile e questo certo non ha contribuito alla sua salute”. E’ dello stesso avviso anche sua sorella Stefania: “Se ne va una delle menti più lucide che ha attraversato la nostra Repubblica. Uomo di governo, ministro del Lavoro, ministro degli Esteri, ha sempre svolto il suo incarico con amore per il suo paese – dice Stefania Craxi  -. E’ stata una delle figure di spicco del partito socialista che ha segnato la prima Repubblica. Ed è stato vicino a mio padre sempre, nella buona e nella cattiva sorte”. “Con Gianni abbiamo diviso la vita di una comunità fatta di battaglie ideali, confronti politici e di momenti di condivisione amicale, di divertimento anche… Ricordo di essere andata anch’io a ballare con lui, cosa per la quale venne molto attaccato – continua Stefania Craxi con voce commossa – Tante volte anche quando si andava ai congressi capitava di concedersi momenti di svago, mi ricordo, ad esempio, che al congresso di Rimini andammo a ballare al Paradiso…”. Divertimento, sì, ma una vita interamente dedicata alla politica: “Lo ricordo come un grandissimo lavoratore: fu un ministro intelligente, capace, fantasioso. Erano uomini per cui la politica era tutto”.
Redazione
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