venerdì, Aprile 19, 2024

Brexit, altra ‘tegola’ su Theresa May: si è dimessa la ministra per i Rapporti con il Parlamento

La ministra britannica per i Rapporti con il Parlamento (Leader of the House), Andrea Leadsom, figura di spicco fra i componenti brexiteer del governo Tory, ha annunciato stasera le dimissioni in polemica con le concessioni fatte dalla premier Theresa May alle opposizioni nel testo della legge d’attuazione della Brexit. Leadsom, ritenuta una pretendente alla leadership Tory e alla guida del governo, è stata oggi in prima fila nelle riunioni organizzate in seno al partito per cercare di ottenere le dimissioni della May. Downing Street prova ad allontanare le voci mediatiche su un’ipotetica uscita di scena imminente di Theresa May dalla poltrona di premier e di leader Tory. “Il primo ministro – reagisce un portavoce – è concentrata sul lavoro immediato. E ciò che le ultime 24 ore hanno dimostrato è che si tratta di un lavoro pesante”. Voci di un tentativo di golpe in casa Tory per silurare Theresa May si stanno moltiplicando oggi sui media e a Westminster. Un meeting del Comitato 1922, sancta sanctorum del gruppo parlamentare conservatore, è prevista per stasera su richiesta di alcuni deputati che vorrebbero cambiare le regole interne per ripresentare una mozione di sfiducia contro la sua leadership di partito. Ma la svolta più rapida potrebbe venire da un ipotetico benservito della maggioranza del Consiglio dei ministri, stando all’Evening Standard. May, chi vuole referendum bis deve votare per legge – Approvare la legge di attuazione della Brexit che Theresa May vuole sottoporre al Parlamento a giugno è anche “il miglior modo” per consentire ai deputati di tornare a “votare sulla convocazione di un secondo referendum”. Lo ha affermato la stessa premier Tory, sotto tiro durante il dibattito oggi alla Camera dei Comuni. La May ha tuttavia ribadito a più riprese che la sua posizione, e quella del governo, resta contraria a un simile epilogo. E non ha fatto aperture ai numerosi deputati dell’opposizione – soprattutto laburisti – che le chiedevano di dichiarasi a favore di “un voto confermativo” popolare in cambio del via libera alla legge o almeno (come nel caso di Jeremy Corbyn) di lasciare libero il gruppo conservatore sulla questione. Corbyn, ‘premier non ha autorità, si voti’  – Theresa May “non ha ormai l’autorità” per negoziare un compromesso parlamentare sulla Brexit. Così il leader dell’opposizione laburista, Jeremy Corbyn, alzando i toni dello scontro contro la “nuova offerta” della premier Tory alla Camera dei Comuni e invocando a questo punto “elezioni politiche anticipate” nel Regno. May ha replicato dicendo che Corbyn “non vuole un compromesso”, ma una resa “al suo piano”, auspicando comunque un sostegno trasversale alla proposta del governo. May, uscire con un accordo è unica via  – Uscire dall’Ue con un accordo “è l’unica via possibile” dopo che il Parlamento ha detto no sia a un no deal sia a una revoca dell’articolo 50 (e quindi della Brexit). Lo ha affermato Theresa May presentando ai Comuni la sue “nuove offerte” già illustrate ieri. La premier Tory ha parlato di “un compromesso” rivolto anche alle opposizioni, citando “10 cambiamenti” al suo piano e indicando l’approvazione della legge attuativa a giugno come premessa per lasciare l’Ue “a luglio”. L’alternativa è “la divisione e lo stallo”.
Redazione
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