giovedì, Aprile 25, 2024

Agricoltura, approvata la legge regionale sui Biodistretti nel Lazio

Promozione dell’agricoltura biologica, ecoturismo e promozione del territorio

Agricoltura, approvata la legge

regionale sui Biodistretti nel Lazio

Ce ne sono 30 in tutta Italia, di cui due nel Lazio (a Viterbo e a Frosinone)

e uno attualmente in formazione nella zona di Cerveteri e Fiumicino

 

Promuovere l’agricoltura biologica, diffondere buone pratiche rurali, ambientali e sociali, tutelare i saperi locali, la biodiversità, sviluppare l’ecoturismo culturale e gastronomico. Tutto attraverso la diffusione di un modello partecipativo dal basso, attento allo sviluppo sostenibile e alle vocazioni dei territori. In sintesi è questo il succo della legge che disciplina i biodistretti, approvata ieri dal Consiglio regionale del Lazio. I biodistretti sono organizzazioni nate spontaneamente negli anni scorsi. Ce ne sono 30 in tutta Italia, di cui 2 nel Lazio (a Viterbo e Frosinone) e uno attualmente in formazione nella zona di Fiumicino e Cerveteri. Si tratta di un’area geografica omogenea con vocazione all’agricoltura biologica, dove i vari soggetti che operano nel settore “stringono un patto di solidarietà – si legge nella relazione – per la gestione sostenibile del territorio, partendo proprio dal modello biologico di produzione e consumo”. In pratica si mettono in rete amministrazioni locali, produttori, consumatori per promuovere un modello di sviluppo ecosostenibile. Con questa legge, la prima in tutta Italia, si prevedono le forme in cui può nascere ed essere gestito un biodistretto, le forme di intervento regionale, attraverso l’istituzione di un fondo specifico.

La Regione individua e riconosce i diversi biodistretti, secondo una serie di parametri precisi (la presenza preponderante di sistemi di coltivazione, allevamento e trasformazione alimentare a carattere biologico, la qualità ambientale del territorio, l’identità storica e territoriale omogenea, la presenza di zone paesagisticamente rilevanti). A promuoverne l’istituzione è un comitato costituito fra gli enti locali e i soggetti rappresentativi del sistema economico e sociale che operano nella zona. L’istituzione viene proposta alla Giunta regionale, che, inoltre, approva il piano elaborato dal soggetto gestore. Il piano deve contenere gli obiettivi da raggiungere, i progetti messi in campo per l’uso razionale ed ecosostenibile delle materie prime e delle risorse energetiche, gli interventi per ridurre l’uso di fitofarmaci e fertilizzanti chimici, gli interventi per il recupero ambientale. Ha validità triennale. Viene, infine, istituito un fondo per la promozione dei biodistretti, per realizzare studi di settore, azioni informative e di educazione alimentare, partecipazione a concorsi o fiere, diffusione di conoscenze scientifiche, pubblicazioni e siti web. Entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge, la Giunta regionale, sentite le commissioni consiliari competenti, adotterà un regolamento che dovrà contenere i criteri per individuare i soggetti che possono far parte del biodistretto, le modalità per l’elaborazione dei programmi annuali, le modalità per l’erogazione dei contributi previsti e per i controlli sull’utilizzazione dei contributi stessi. Per ciascuna delle annualità 2020 e 2021 sono stanziati 150mila euro per la parte corrente e 200mila per gli interventi in conto capitale.

Redazione
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