venerdì, Marzo 29, 2024

Ex-sindaci, assessori e amministrativi alla sbarra

Processo Mafia Litorale– Appalti contro assunzioni, il 10 dicembre la prima udienza preliminare

Ex-sindaci, assessori e amministrativi alla sbarra

L’ha deciso il gip Giuseppe Coniglio su richiesta del pm Allegra Migliorini. Gli imputati devono rispondere di corruzione, abuso d’ufficio, turbativa d’asta ed altri reati

 

Il processo per Mafia Litorale, che vede imputati diversi amministratori e impiegati dei comuni della zona, inizierà il 10 dicembre con le udienze preliminari. La decisione è del gip Giuseppe Coniglio su richiesta della pm Allegra Migliorini. Tanti i nomi di spicco fra coloro che sono imputati di vari reati, tra cui corruzione, abuso d’ufficio e turbativa d’asta: l’ex sindaco di Ladispoli Crescenzo Pallotta e l’ex assessore Marco Pierini; quello di Santa Marinella Roberto Bacheca e l’attuale primo cittadino di Tolfa Luigi Landi. Al centro dell’inchiesta la Casa Comune 2000 di Luigi Valá, che secondo l’accusa rappresenta il punto focale dell’attività illecita. La costa a nord della capitale ‘lisciata’ da decenni dai tentacoli della camorra, della criminalità di origine nomade si è trovata anche alle prese con un sistema corruttivo detto “Mafia litorale”. Ladispoli e Cerveteri non sono rimasti immuni dai guasti che producono le organizzazioni criminali. Qualche tempo fa la Direzione investigativa antimafia sequestrò beni a cinque ladispolani, definendo quegli “ingenti patrimoni” frutto di “un vasto sistema di usura”. In terra etrusca segnali evidenti di violenze mafiose sono giunti con eccellenti omicidi e gambizzazioni. Sempre la Dia mise i sigilli a un altro patrimonio, stimato in circa quaranta milioni di euro, appartenente a decine di soggetti di etnia Sinti, riuniti in cinque famiglie stabilitesi negli anni ’80 a Cerveteri. Infine la cosiddetta “Mafia litorale”. Un presunto sistema di illeciti e favori, tra appalti pilotati e corruzione, che ruoterebbe attorno a un imprenditore di Ladispoli, in affari con lo stesso Salvatore Buzzi, il ras dell’inchiesta “Mafia Capitale”. La vicenda venne fuori nell’ottobre del 2015, quando la Guardia di Finanza, su mandato dell’allora sostituto procuratore Lorenzo Del Giudice, ha effettuato delle acquisizioni di atti in alcuni comuni del litorale. L’ipotesi della magistratura inquirente è quella che, in cambio di assunzioni di amici e parenti di amministratori locali, vennero concessi alcuni appalti a cooperative che operano nel settore del sociale. Quella che compare maggiormente nell’indagine della Procura di Civitavecchia è la “Casa Comune 2000”, con sede a Ladispoli, di cui risulta titolare Luigi Valà. Quest’ultimo è stato più volte intercettato telefonicamente, ed è da quelle intercettazioni che si formata l’accusa ipotizzata dalla magistratura inquirente. A rischiare il processo sono in 15, ai quali vengono contestati a vario titolo, le accuse di abuso d’ufficio e corruzione in atti d’ufficio. Esaurita la fase delle udienze preliminari, il gup che dovrà decidere se mandare o meno tutti a processo.

Redazione
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